Sport

Sport che passione. Guglielmo Gicco, campione di sport e di vita.

Quante volte vi siete chiesti se la vita ha un destino prestabilito oppure no? Indipendentemente dalla risposta di ognuno di noi, basata sulla propria esperienza personale, possiamo dire senza ombra di dubbio che le scelte che facciamo ogni giorno calcano un percorso indelebile in quella che poi sarà la nostra vita.

Noi di Kreanews, abbiamo il piacere di condividere con Voi l’intervista a Guglielmo Gicco, atleta Campione del Mondo di Arti Marziali, nato a Santa Maria Capua Vetere, vivace città casertana conosciuta in tutto il mondo per la presenza di numerosi monumenti dell’epoca romana.

Guglielmo tramite i nostri microfoni Vi condurrà in un viaggio alla scoperta di quanto lo Sport sia determinante nella vita di giovani e meno giovani.

Guglielmo a che età hai iniziato a praticare sport?

Ho iniziato all’età di circa 13 anni, ricordo ancora l’espressione del mio Maestro Vincenzo Vanore quando mi vide, allora ero un ragazzino dall’esile costituzione e con un carattere introverso. Era scettico all’idea che mi potessi affacciare al mondo del Ring, ma quando mio padre gli raccontò la motivazione che mi spingeva a voler iniziare la disciplina delle arti marziali, fu subito disposto a tendermi una mano.

Quali erano i tuoi sogni da ragazzo?

Già da bambino sognavo di diventare un Campione, ascoltavo con ammirazione quanto mia nonna mi raccontava su mio nonno e sulle sue esperienze da pugile. Ma non era solo quello, desideravo essere diverso da tutto quello che mi circondava. Ricordo che allora trascorrevamo molto del nostro tempo in strada e la vita non era facile. Quando si è giovani e si vive in un contesto Sociale complicato, inevitabilmente ci si lascia trasportare dalla massa, tendi ad adeguarti e finisci con il fare scelte sbagliate.

Con quali difficoltà hai dovuto fare i conti?

Appena intrapresi il mio percorso sportivo iniziai a capire quanto dura fosse la vita dell’atleta, mi ispiravo a Mike Tyson e Muhammad Ali, dovetti fare delle scelte drastiche. Quando sei ragazzo e non hai esperienza è difficile riuscire a capire la differenza tra il bene e il male, le compagnie quando sono sbagliate ti portano alla deriva facendoti commettere degli errori. Ci vuole una grande forza di volontà per dare una sterzata verso il bene. La dedizione, la disciplina e l’impegno che ci vuole nello sport e nel mio in particolare, mi hanno consentito di cambiare il mio destino, scegliere il bene e diventare quello che sono oggi.

Quale è stato il tuo avversario più difficile da combattere?

L’avversario più difficile che ho incontrato è stato Paolo Di Loreto, combattemmo nella città di Ariccia per il titolo Italiano professionisti di Free boxe Oriental Rules. Sottovalutai l’incontro, mi allenai con meno costanza e persi il match. Da allora, ho capito che non bisogna sottovalutare gli avversari, nessuno di essi. Anche nella vita è così, le sfide che ti si presentano davanti sono da affrontare con la massima preparazione. La vita di tutti i giorni è come un ring e il combattimento più difficile lo fai contro te stesso.

Guglielmo, quante volte a settimana ti alleni? Raccontaci delle tue giornate da sportivo

Mi alleno tutti i giorni, tranne la domenica che dedico al riposo. Il mio programma di allenamento prevede un tempo stabilito che dedico alla corsa, serve per aumentare la riserva di fiato. Poi mi dedico al potenziamento e alla tecnica. Ovviamente questo è il programma quotidiano, perché quando sono nella fase di preparazione dell’incontro che dura all’incirca un mese il programma è ben più impegnativo. Mi alzo all’alba e ho un vero e proprio codice di allenamento sia fisico che mentale. Mi ripeto sempre “Soffri adesso, ma vivi tutta la vita come un campione”, è una citazione di Muhammad Ali che ho fatta mia.

Il resto del mio tempo lo dedico ai ragazzi della mia Palestra, ai loro allenamenti e ai loro percorsi sportivi e formativi.

Quali emozioni provi sapendo di essere un Atleta che oggi tanti guardano con ammirazione?

L’emozione più bella che provo è essere un campione per la mia Città, gli incontri e le manifestazioni di importanza mondiale che ho vinto hanno portato a conoscere la Città di Santa Maria Capua Vetere in tutto il mondo e di questo sono fiero. Mi avvicinano chiedendomi una foto o qualche consiglio su come poter diventare degli atleti migliori. Non avrei mai immaginato di arrivare dove sono. Nella mia storia sportiva, fino ad oggi, ho disputato in totale 157 incontri interstile, un traguardo che pochi hanno raggiunto in Italia. Per i non addetti ai lavori, questo tipo di incontri sono piuttosto difficili, in quanto mettono l’uno di fronte all’altro atleti di stili e tecniche differenti, del tutto uniche e particolari, che difficilmente consentono un combattimento “alla pari” tra gli atleti. Inoltre combattere in discipline diverse richiede una preparazione particolarmente differenziata e tecniche di combattimento alternative.

Qual è stato il tuo combattimento preferito?

Posso dire senza ombra di dubbio che è stato l’ultimo che ho combattuto nello stile BareKnuckle Boxing (boxe a mani nude) contro Tiernan Gallagher. È una disciplina diversa dalle altre, richiede un allenamento molto duro. Il mio avversario è più giovane di me, combatteva si può dire in casa, e psicologicamente per me non era facile. Ho avuto bisogno di una preparazione specifica e se ho vinto l’incontro per la scalata al Titolo Europeo lo devo al mio Maestro Freddy Frattesi, un vero e proprio pioniere di questa disciplina che tramite la BKB-Italia mi ha dato la possibilità di accedere a questa competizione. Mi ha aiutato con gli allenamenti che consistono sia in un allenamento classico del pugilato (tecnica, sacco, sparring ecc.) che in un allenamento più specifico delle tecniche di BKB consistenti in un lavoro di coppia con i pads al sacco ecc. Ho dovuto combattere con una concentrazione diversa dal solito. Il mio mental coach, Carlo Molteni, ha avuto un ruolo determinante anche in questo incontro. Posso dire che senza di loro non c’è l’avrei fatta…

Quali sono le difficoltà maggiori che hai incontrato nel tuo percorso Sportivo?

Oltre le difficoltà superabili come quelle della fatica, del dolore, dello stress prima e dopo ogni incontro, ci sono le difficoltà di tutti i giorni. L’Italia è un paese straordinario, ma bisognerebbe dare un supporto maggiore a tutte le attività e iniziative che aiutano a togliere i ragazzi dalla strada. Le palestre come ogni altra attività necessitano di strutture adeguate, di soldi per il loro mantenimento e di tanto altro. Credo molto che dare la possibilità a tutti di poter fare uno sport potrebbe contribuire ad aiutare tanti ragazzi a cambiare la loro vita proprio come io ho fatto con la mia. Nel mio piccolo contribuisco a questo ideale dando l’opportunità a dei ragazzi che non hanno possibilità di farlo, di allenarsi comunque senza pagare. Quanti ragazzi si potrebbero aiutare se ci fosse un supporto e una presenza maggiore delle Istituzioni?

Sono sicuro che si potrebbero salvare tanti ragazzi.

Cosa ti piace di più del tuo sport?

Tutto! Dall’esterno può sembrare uno sport estremo, ma chi lo pratica impara il rispetto sul ring e fuori. Impari la disciplina, impari la costanza a rialzarti anche quando sei andato al tappeto, a fare un altro round anche quando non hai più la forza di alzare i guantoni. Impari questo e le metti in pratica anche nella vita fuori dal ring.

Oggi oltre ad essere un atleta sei anche un allenatore, che ruolo ha secondo te l’allenatore nello sviluppo di un atleta?  

Premetto che è molto più difficile essere allenatore, ho un ruolo particolare e il mio cuore è diviso perché sono atleta e allenatore. Ai miei ragazzi sto provando ad insegnare dei valori di vita, devono diventare uomini e donne forti nella vita oltre che sul ring. Sono molto rigido sugli allenamenti e sul comportamento. Provo ad inculcare dentro di loro l’amore per quello che fanno, provo a fargli comprendere i valori dello Sport.

Cosa vuoi dire ai ragazzi che non hanno la forza di fare il tuo percorso e che hanno smesso di provare a vincere il combattimento più importante della loro vita, quello contro se stessi?

Di trovare la forza, di volersi bene, di mettersi i guantoni e combattere, anche quando la vita ti mette ko. Ancora oggi nonostante i miei traguardi anche io combatto a denti stretti.

Trovate uno sport che vi piace e praticatelo!

Possiamo noi menzionare al tuo posto alcuni dei tuoi prodigiosi numeri?

 – Vincitore Campionato del mondo 2018.21.22 semiprofessionistico di kick boxing
– Vincitore di 3 incontri per la scalata al titolo Europeo di BareKnuckle Boxing
– Vincitore di Otto titoli Italiani kick boxing
-Vincitore dello Strelka (Street Fighter) 2023

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