Il body shaming, o derisione del corpo è l’atto di deridere e/o discriminare una persona per il suo aspetto fisico. I più colpiti dal body shaming sono gli adolescenti e, nella maggior parte dei casi sono anche coloro che accusano di più il colpo, arrivando a manifestare disturbi come la depressione, ansia, attacchi di panico, problemi alimentari e molto altro. Nel momento in cui almeno due persone siano venute a conoscenza di un’offesa che può ledere la reputazione della vittima, il body shaming può sfociare nel reato di diffamazione aggravata, per il quale è prevista la reclusione da 6 mesi a 3 anni, e la multa non inferiore a 516 euro. Inoltre il body shaming è una forma di bullismo che si verifica in diverse forme, come per esempio il “fat shaming” che prende in giudizio le persone per qualche chilo di troppo o che hanno malattie come l’obesità. Poi c’è il “thin shaming” che invece prende in giudizio persone considerate magre rispetto alla massa o con veri e propri disturbi alimentari. Il body shaming nacque con la Rivoluzione industriale quando lo stigma del grasso si spostò sul corpo femminile. Il punto più basso fu toccato nella seconda metà dell’Ottocento con le teorie razziste di Cesare Lombroso.
Sophie Palmieri