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L’amor proprio

La mancanza di amor proprio è alla base della maggior parte dei malesseri psicologici. È un po’ come quando una casa non ha fondamenta solide, e non è così robusta da resistere agli impetuosi fenomeni della natura, basta poco subire danni o addirittura crollare. Lo stesso vale per “la casa della salute psicologica”, venendo meno le fondamenta solide dell’amor proprio, basta poco perché le vicissitudini della vita possano metterla a repentaglio. La vita non è così facile, semplice e in discesa, e la mancanza di amor proprio non è di certo un vantaggio per poterla vivere e affrontare nel modo migliore. È come affrontare la scalata di una montagna senza l’equipaggiamento necessario: scarponi, caschetto, imbragatura, corda, moschettoni, piccozza e chiodi; ma a piedi scalzi e a mani nude, senza nessuna corda e imbragatura di sicurezza, e in questo modo, la scalata, che già di per sé è complessa e complicata, diventa così difficile da sembrare impossibile.

La mancanza di amor proprio porta ad assumere comportamenti disfunzionali e non adattivi, a fare ragionamenti non congrui, a prendere decisioni in modo scorretto, a fare scelte sbagliate. Ciò perché la mancanza di amor proprio è talmente intollerabile per una persona, visto che è la mancanza delle fondamenta del proprio benessere psicologico, che spinge a colmare questa mancanza in ogni modo, persino al costo di comportamenti, atteggiamenti e ragionamenti totalmente fasulli: cercando sempre di dimostrare qualcosa agli altri, ricercando sempre la loro approvazione, aspettandosi sempre qualcosa dagli altri, rendendosi sempre tanto disponibili per poi ricevere in cambio un pugno di mosche e, soprattutto, rivolgendo il proprio sguardo sempre agli altri senza mai riservare neanche una sbirciatina a se stessi. In altre parole, trasformando la propria vita quotidiana in un deserto desolato e le proprie relazioni interpersonali in aperti campi di battaglia.

«Ma tu mi ami?» chiese Alice.
«No, non ti amo.» rispose il Bianconiglio.
Alice corrugò la fronte e iniziò a sfregarsi nervosamente le mani, come faceva sempre quando si sentiva ferita.
«Ecco, vedi? – disse il Bianconiglio – Ora ti starai chiedendo quale sia la tua colpa, perché non riesci a volerti almeno un po’ di bene, cosa ti renda così imperfetta, frammentata. Proprio per questo non posso amarti. Perché ci saranno dei giorni nei quali sarò stanco, adirato, con la testa tra le nuvole e ti ferirò. Ogni giorno accade di calpestare i sentimenti per noia, sbadataggine, incomprensione. Ma se non ti ami almeno un po’, se non crei una corazza di pura gioia intorno al tuo cuore, i miei deboli dardi si faranno letali e ti distruggeranno.

La prima volta che ti ho incontrata ho fatto un patto con me stesso: mi sarei impedito di amarti fino a che non avessi imparato tu per prima a sentirti preziosa per te stessa. Perciò, Alice no, non ti amo. Non posso farlo.»

Facciamo qualche esempio pratico di quanto sia indispensabile un sano sentimento di amor proprio. In aereo, quando le hostess spiegano cosa fare in caso di emergenza, si raccomandano di mettere l’ossigeno prima a se stessi e solo in seguito di aiutare chi si trovi in difficoltà. Lo stesso vale su una nave, in caso di emergenza i passeggeri vengono istruiti a gonfiare prima il loro salvagente e solo in seguito ad aiutare gli altri a fare lo stesso.

In questi esempi è chiaro quanto non sia possibile offrire aiuto e soccorso se prima già non si è garantito aiuto e soccorso a se stessi, perché se per prima cosa non si mette in sicurezza se stessi non si è nelle condizioni tali da poter essere di aiuto ad altri. Del resto, qualsiasi soccorritore che lo faccia per professione ha in dotazione divisa e attrezzi, e quando si reca sul posto dell’emergenza è sempre munito dei suoi strumenti di lavoro, sono questi che gli permetteranno di salvaguardare se stesso ancor prima di soccorrere chicchessia, ed è solo assicurandosi la sua incolumità che potrà davvero aiutare e salvare delle vite in pericolo.

Questi esempi raccontano molto chiaramente e semplicemente l’importanza dell’amor proprio, eppure, nella realtà accade sempre più spesso che si dà così tanto per scontato da andarsi a cacciare nell’oblio più nebuloso. È molto frequente che le persone riservino più attenzione al mondo esterno, agli altri, ai propri doveri e impegni, piuttosto che al proprio mondo interno, a se stessi, alle proprie priorità, passioni e desideri. Addirittura confondendo l’amor proprio con l’egoismo, pensando che amare se stessi, occuparsi di se stessi e riservare delle attenzioni a se stessi sia da egoisti. E questo in realtà non è neanche così strano, tenendo conto dell’educazione che ci viene impartita. Sin da piccoli a ciascuno di noi viene insegnato a rispettare gli altri, a chiedere scusa, grazie e per piacere, a fare attenzione alle parole che si dicono e ai gesti che si fanno, ma a nessuno di noi viene insegnato a fare tutto ciò nei nostri riguardi, ad avere la stessa attenzione, gentilezza e rispetto verso se stessi.

L’amor proprio non ha niente a che fare con l’egoismo.

Amarsi vuol dire permettersi di costruire la propria vita in modo autentico, all’insegna della propria reale identità, vuol dire alimentare e sostenere la propria dignità personale.

L’egoismo è tutt’altra cosa, è quel comportamento finalizzato al vantaggio di se stessi a qualunque costo, anche al costo di limitare o danneggiare l’altro e i suoi progetti. E non è affatto da egoisti essere se stessi e compiere e realizzare la propria natura: è da persone che hanno il diritto e il dovere di amarsi e compiere il loro progetto di vita e di persona.

L’amor proprio è l’arte di volersi bene, rispettarsi, valorizzarsi e proteggersi, dedicando la propria vita a realizzare se stessi, scegliendo ciò che fa stare bene e rifugiando da ciò che fa stare male, scegliendo le persone con le quali condividere il nostro tempo e anche i luoghi nei quali trascorrerlo. È la buona abitudine di spendere del tempo per se stessi, imparando a conoscersi, accettarsi, rispettarsi e valorizzarsi, fino a considerarsi la corda più solida a cui aggrapparsi e il posto più sicuro in cui trovare riparo. Del resto, il compagno che più di tutti sarà al nostro fianco, sempre, dovunque e comunque, siamo noi stessi, ed è questo compagno che prima di tutti merita il posto d’onore nella nostra vita, perché è attraverso di lui che viviamo tutte le nostre esperienze, e se è in forma lui, lo saremo anche noi, e saremo in grado di affrontare e superare tante avversità. Come dice Oscar Wilde “Amare se stessi è l’inizio di una storia d’amore lunga tutta la vita”.

Valentina Trotta
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