Non so dove abbia visto l’aurora boreale nella mia infanzia, ma l’immagine della tenda celeste danzante, che cambia colore, è rimasta impressa nella mia mente come la cosa più bella che una persona possa vedere nella vita. Da allora, ho imparato a guardare, cercare e scoprire la bellezza in molte altre cose, posti, paesaggi ed esperienze, anche meno fenomenali. Però, forse perché i sogni d’infanzia hanno il peso di una promessa fatta a sé stessi da bambini, vedere l’aurora boreale è diventato per me molto importante. Così, quando ho visto l’annuncio di un tour guidato in Islanda che si sarebbe svolto nella settimana prima del mio trentesimo compleanno, l’ho considerato un segno del destino e ho pagato l’anticipo. Ad oggi, per il suo significato e per l’intera esperienza vissuta, questo viaggio è ancora al primo posto nella lista delle “cose incredibili che ho fatto nella mia vita”.
Questo viaggio è stato per me una novità in tutti i sensi: il più lontano, il più freddo, il primo viaggio di gruppo e il primo viaggio in cui l’unica cosa che dovevo organizzare era la mia valigia. Valigia per modo di dire… non si va in Islanda con il trolley. Si va con lo zaino, specialmente se è un viaggio on the road come il mio. La capitale ha il suo fascino e la vicina Blue Lagoon può tenervi impegnati per due o tre giorni, ma la vera Islanda è fuori dalla città, ed è lì che l’aurora boreale, lontana dall’inquinamento luminoso, può essere ammirata nelle migliori condizioni. Un avvertimento è necessario! L’organizzatore del mio viaggio ce l’ha fatto sapere fin dall’inizio. Vedere l’aurora boreale è un evento che dipende da molti fattori, quindi se riuscite, vuol dire che avete fortuna (la nostra guida l’ha espressa in modo più colorato, ma l’idea di base è questa!). Non disperate, però! Tornerete a casa con gli occhi pieni di meraviglie, anche se non vedrete l’aurora. L’Islanda è una terra che saprà sorprendervi anche se il cielo deciderà di non offrire il suo spettacolo.
Partiamo dall’inizio, però. Nel mio gruppo, la domanda più pressante è stata “cosa devo portare?” Ci è stato chiesto di provare ad andare soltanto con uno zaino. Per motivi organizzativi e di comodità, evidentemente è la scelta giusta. Lo spazio nel van è quello che è, e cambiare alloggio ogni giorno è sicuramente più facile con uno zaino. Per chi si preoccupa che uno zaino non sia abbastanza, credetemi, si può fare. Da quando ho fatto questo viaggio, ho capito il senso del “travel light”. Nel mio zaino è entrato persino uno sacco a pelo. Non avrete un outfit diverso in ogni foto, ma a meno che non siate influencer e volete viaggiare in modo economico, questa sarà l’ultima cosa a cui penserete. Quindi, scarpe adatte per l’inverno e per camminare tanto. Tantissimo! Pantaloni e giacca tecnici, magliette termiche per abbastanza cambi, un pullover che ho usato tutti i giorni e, ovviamente, l’intimo e le cose per l’igiene personale. Veramente non serve di più. Anzi, il costume da bagno per chi vuole andare alla Blue Lagoon. E credo che tutti vogliano andarci.
L’Islanda è un paese molto caro, come ce ne siamo resi conto appena arrivati. Una birra nel pub dove siamo andati a mangiare all’arrivo costava 10 euro. Per questo, il tour era organizzato in modo da poter cucinare per noi stessi usando una spesa che abbiamo fatto il giorno dell’arrivo, tutti insieme, usando i soldi di un fondo casa prestabilito. E già fare la spesa con altri 15 sconosciuti è stata un’esperienza. Devo dire che ho avuto la fortuna di ritrovarmi insieme al gruppo giusto. Ho avuto un po’ di timore per questa cosa essendo un’introversa, però credo che non avrei potuto incontrare persone più meravigliose, divertenti e disponibili.
L’itinerario del nostro tour ha seguito la costa sud dell’isola, e per quanto l’Islanda meriterebbe un tour completo, questo giro mi è bastato per farmi convincere di ritornare un giorno. E cosa c’è, quindi, in Islanda oltre l’aurora?
Ebbene, ci sono LE CASCATE.
Le cascate dell’Islanda offrono uno spettacolo mozzafiato, essendo tra le meraviglie naturali più affascinanti del paese. Si stima che ce ne siano oltre 10.000 su tutto il territorio del paese. Tra le più famose c’è la cascata Gullfoss, dove le acque tumultuose del fiume Hvítá si precipitano in una profonda gola. È rimasta nella mia memoria come la cascata degli arcobaleni, perché per tutta la durata della nostra permanenza lì, abbiamo potuto ammirare un arcobaleno da qualsiasi punto ci trovassimo. L’incontro perfetto tra i raggi del sole e l’incessante nebulizzazione d’acqua dovuta alla forza dei 109 metri cubi d’acqua al secondo che scendono incessantemente in questa cascata. Vicino, l’imponente cascata Seljalandsfoss offre un’esperienza unica: è possibile camminare dietro la tenda d’acqua, avvolgendosi nella sua bellezza. Un’altra perla è Skogafoss, con una caduta d’acqua imponente che crea una nebbia mistica. Godafoss, la “cascata degli dei”, è circondata da una storia leggendaria. Ogni cascata ha la propria personalità, con panorami spettacolari, arcobaleni scintillanti e una sensazione di connessione con la natura selvaggia di questo affascinante paese.
Poi ci sono i coccolosi CAVALLI ISLANDESI, una razza unica, noti per la loro statura compatta, folta criniera e temperamento amichevole. Resistenti alle condizioni climatiche severe dell’Islanda, questi equini presentano un passo distintivo chiamato “tölt”, rendendoli adatti per l’equitazione e la compagnia grazie al loro carattere docile. Vederli nei nostri spostamenti era sempre un motivo di gioia, e la loro presenza conferiva un tocco molto suggestivo al panorama mutevole. Ovviamente è d’obbligo fermarsi per un incontro ravvicinato. Sono dei soggetti perfetti per una foto ricordo molto carina, e toccarli non è molto diverso dal carezzare il tuo peluche preferito.
Su quest’isola, vi colpiranno anche i GHIACCIAI. Certo, perché vedere un ghiacciaio non è una cosa che appartiene alla quotidianità della maggior parte di noi. Però, al di là di questo, davanti a questa massa di ghiaccio immobile, io mi sono sentita inchiodata al suolo da una forza inspiegabile che il ghiaccio sembra sprigionare. È strano perché questi ghiacciai, costantemente in evoluzione, rappresentano un ecosistema fragile e vulnerabile alle variazioni climatiche, suscitando una crescente preoccupazione per la loro conservazione. Tra i più noti, il ghiacciaio Vatnajökull è il più grande d’Europa, con scenari glaciali che non sembrano appartenere al nostro pianeta e profonde fessure crepacciose. Da qui, mi porto dentro da allora il suono dolce del loro lento sciogliersi, le gocce d’acqua che cadono lentamente nel silenzio “non silenzio” di questo posto magico.
Perché l’Islanda è MAGIA. Basta pensare alla ‘Vallata degli Elfi’, chiamata ‘Álfaborg’ in islandese, una formazione rocciosa situata vicino al villaggio di Hellnar sulla penisola di Snæfellsnes. La leggenda popolare vuole che questa zona sia abitata dagli elfi, creature mitiche della tradizione islandese. Gli islandesi attribuiscono grande importanza alle storie di elfi e spiriti della natura. Molti credono che interferire con le pietre o le formazioni naturali abitate dagli elfi possa portare sfortuna. La Vallata degli Elfi è un esempio di come la cultura islandese integri miti e leggende nella sua connessione con la natura, e io trovo tutto questo meraviglioso!
Altra cosa pazzesca che vedrete qui sono le SPIAGGE NERE! Tra queste, la celebre ma pericolosa (state sempre attenti agli avvertimenti!!!) Reynisfjara, offre un paesaggio unico e tanto suggestivo. Composta da sabbia vulcanica scura, questa costa è contornata da colonne basaltiche e formazioni rocciose spettacolari. Le onde dell’Atlantico si infrangono con forza, creando un contrasto impressionante tra l’oscurità della sabbia e la schiuma bianca delle maree. L’atmosfera mistica è arricchita dalla vista delle scogliere di Reynisdrangar, formazioni rocciose isolate nell’oceano. La mia preferita, però, è stata la Diamond Beach, una spiaggia situata nei pressi del ghiacciaio Jökulsárlón. Caratteristica distintiva di questa spiaggia è la presenza di frammenti di ghiaccio provenienti dal ghiacciaio, che si depositano sulla sabbia nera, creando un suggestivo contrasto. I blocchi di ghiaccio sembrano diamanti sparsi sulla spiaggia, da cui il nome. Questo scenario unico è il risultato del ghiacciaio che si frantuma e si riversa nell’oceano, con i pezzi poi trasportati dalla corrente fino a depositarsi sulla riva. Uno scenario che cambia forma con ogni onda che viene a infrangersi sulla riva e ogni nuovo pezzo di ghiacciaio che scende a valle.
Oltre a tutto questo, abbiamo visto i Geyser che eruttano acqua bollente dal profondo della terra, abbiamo visto il bellissimo e imponente canyon Fjaðrárgljúfur, che, scavato da un fiume tra maestose pareti rocciose, offre viste spettacolari con la sua bellezza selvaggia, le pareti verticali e il contrasto di colori che solo la Natura può mettere insieme in questo modo. Abbiamo camminato per un’ora nel deserto per vedere il famoso relitto dell’aereo abbandonato. Abbiamo mangiato carne di balena e ci siamo rilassati alla fine di queste giornate pazze in jacuzzi esterne, godendo dell’acqua naturalmente calda in mezzo alla neve bianca, guardando tramonti spettacolari.
Però niente, NIENTE, mi avrebbe potuto preparare all’emozione che è stato vedere l’Aurora Boreale. Non c’è un orario, non c’è un posto, ci sono le nuvole che possono nasconderla… per vedere l’aurora ci devi dare pazientemente la caccia. È quello che abbiamo fatto una delle sere, quando la nostra guida, con le sue mille app che usava per trovarla, aveva scoperto un buco nelle nuvole e ci siamo precipitati con i nostri van a trovare questo pezzo di cielo sereno a oltre 20 km dalle nostre abitazioni, solo per finire infangati noi e i nostri van!!! È vero quello che dicono, le disavventure saranno i migliori racconti!!! Però ci ha concesso la grazia in un’altra notte. Molti di noi, stanchi dalla giornata, stavano già rinunciando; erano già l’una di notte, e guardare all’insù sempre, nel freddo e nel buio, non è facile. Però eccola lì, vedo per prima il timido bagliore viola, e per qualche secondo non riesco ad articolare niente. Gli altri la notano anche e iniziano a chiamare quelli già entrati nelle stanze. In pochi secondi c’è una danza di luce nel cielo e una di gioia tra di noi. Sono così felice che piango, e non sono l’unica. Credo che questo basti per far capire l’intensità del momento. Inutile dilungarsi a descrivere tutto questo… chi avrà la fortuna di fare un viaggio del genere capirà che le parole in questo caso sono povere.
In sette giorni, il nostro itinerario ci ha regalato panorami e esperienze indimenticabili, e le ore di relax alla Blue Lagoon nell’ultimo giorno sono state la ciliegina sulla torta. L’Islanda ha superato tutte le mie aspettative, e auguro a tutti la possibilità di fare un viaggio così e la capacità di capire veramente lo spettacolo che questo paese offre ai suoi visitatori!”
Andra Juhasz