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Pasticciare con i ricordi, il progetto

“le narrazioni di vita delle persone affette di Alzheimer, una ricerca di campo presso Cra Cassiano Tozzoli”

La narrazione è un elemento cruciale nella comprensione del mondo e nella definizione dell’identità individuale e collettiva. Come afferma il celebre detto, “tutto ciò che ci circonda è storia”, e in effetti, dalla nostra nascita inizia la storia personale di ciascuno di noi. Questo concetto costituisce il fondamento di un nuovo approccio nel servizio sociale, dove protagonista sono le storie di vita diventando strumenti essenziali per comprendere e assistere le persone. Nel contesto del servizio sociale, le storie di vita assumono un ruolo ancora più rilevante. Quando una persona si rivolge a un servizio di assistenza sociale, si verifica un incontro tra storie: quella della persona e quella dell’assistente sociale. Questo incontro crea uno spazio narrativo e relazionale in cui le esperienze vengono condivise e comprese attraverso la narrazione. Questo processo non solo facilita la comprensione delle esperienze individuali, ma anche la costruzione di soluzioni e strategie per affrontare le sfide incontrate. L’importanza dell’approccio narrativo nel servizio sociale risiede nella sua capacità di offrire uno spazio per esplorare e comprendere le esperienze individuali, costruire legami emotivi e sociali e fornire supporto e assistenza significativi. Le storie di vita diventano così strumenti potenti per affrontare le sfide della vita e costruire una migliore comprensione del mondo che ci circonda. La narrazione nel servizio sociale è spesso trascurata, ma l’approccio narrativo offre un modo profondo per comprendere le persone attraverso le loro storie di vita. L’approccio narrativo si distingue per il suo focus sulla narrazione delle esperienze di vita delle persone, non solo sul loro contenuto ma anche sulla forma e il modo in cui vengono raccontate. Questo metodo implica l’utilizzo di racconti liberi e aperti da parte del soggetto, anziché tecniche di indagine strutturate. L’origine dell’approccio narrativo risale agli anni ’60 nel campo della critica letteraria, ma è stato adottato nelle scienze sociali negli anni ’80. Questo cambiamento è stato definito “Narrative Turn*”. Con il tempo, la narrazione ha assunto una posizione centrale, mettendo l’accento sulla soggettività e sull’analisi delle storie individuali. La narrazione di storie di vita segue spesso una struttura simile a quella dei racconti tradizionali, includendo momenti significativi, personaggi chiave e il contesto sociale e culturale specifico. Questo processo aiuta a costruire e comprendere l’identità personale all’interno della propria comunità. Parlando di narrazione di vita come strumento di cura a 360 gradi nei servizi sociali, vorrei parlare di un progetto relativo alle narrazioni di vita nel campo della malattia di Alzheimer. Questo progetto nasce dall’idea di considerare la malattia non solo come una condizione da curare, ma anche come un’opportunità di scoperta, curiosità e cura sia per il paziente che per i caregiver. Attraverso le narrazioni di vita delle persone affette da Alzheimer e la costruzione della “scatola dei ricordi”, si cerca di offrire un sostegno emotivo e un’opportunità di condivisione e riflessione sia per i pazienti che per i loro familiari. Il progetto “Le narrazioni di vita delle persone affette di Alzheimer, una ricerca di campo presso la Cra Cassiano Tozzoli” vuole trasmettere il valore della curiosità, cura e della scoperta, in quanto tutto il progetto si basa sulla narrazione di vita. Il progetto vede come metodologie principali: l’osservazione partecipata, focus Group, interviste narrative ai caregiver e infine la costruzione della valigia dei ricordi, coinvolgendo diversi attori: gli anziani affetti di Alzheimer, familiari e operatori. Attraverso le metodologie citate precedentemente si è voluto costruire assieme al familiare una scatola dei ricordi contenente foto e oggetti del proprio anziano al fine di andare a “riscoprire” dei suoi ricordi del passato. Questo studio presso la Cra Cassiano Tozzoli contribuisce alla cura e al supporto per le persone con Alzheimer e le loro famiglie, evidenziando l’importanza di un approccio integrato che consideri le esigenze emotive e pratiche di tutte le parti coinvolte. Nel servizio sociale, comprendere le dinamiche emotive legate alla malattia di Alzheimer è cruciale. Il progetto infatti vede protagonista la metodologia del focus group andando a coinvolgere dieci caregiver con l’obiettivo di condividere le loro esperienze e emozioni, con questa modalità sono emerse prevalentemente emozioni negative, come rabbia e sofferenza, esposte da sei caregiver su dieci. Tuttavia, quattro cargiver su dieci hanno manifestato emozioni positive come serenità, si sottolinea l’importanza di considerare il contesto familiare e il ruolo del caregiver nelle sfide legate alla malattia. Dopo avere raccolto quale emozione suscitava al caregiver la malattia Alzheimer pensando al proprio caro, il progetto ha visto come principale mezzo per raccogliere la storia di vita della persona anziana, le interviste narrative. Con questa metodologia si è offerto a loro uno spazio emotivo per raccontare la vita del proprio caro con Alzheimer e la loro vita, andando ad esplorare quattro aree cruciali: infanzia e lavoro, amore e non, l’arrivo dei figli e non e l’arrivo della malattia. Questo approccio ha permesso di comprendere meglio le sfide emotive e sociali affrontate dai pazienti e dai loro caregiver. Le storie raccolte hanno rivelato una gamma di emozioni, trasformando le parole e anche il silenzio in esperienze emotive come rabbia, tristezza e coraggio. Nonostante le storie fossero uniche, tutte hanno condiviso l’ostacolo comune rappresentato dalla malattia di Alzheimer. Narrare queste esperienze si è rivelato un atto di cura per i caregiver, aiutandoli a dare un nome alla malattia e a ricordare la persona amata al di là della malattia stessa. Lo scopo delle interviste narrative, oltre ad aiutare i propri caregiver a raccontare la propria vita e la vita del proprio anziano e far uscire tutte le loro emozioni, è stato anche quello di andare a porre le basi al fine di comporre le scatole dei ricordi delle dieci persone scelte nel progetto. Successivamente assieme al parente coinvolto nell’intervista, si è andato a definire al meglio quali oggetti visivi, sonori e tattili bisognava mettere all’interno della scatola su base di ciò che è stato raccolto attraverso l’opportunità di andare a scoprire la vita della persona affetta di Alzheimer. Le scatole dei ricordi si rivelano catalizzatori potenti nel trattamento della demenza, riattivando memorie ed emozioni positive nei pazienti affetti da Alzheimer. Il progetto “Le narrazioni di vita delle persone affette da Alzheimer, una ricerca di campo presso Cra Cassiano Tozzoli” adotta un approccio olistico alla cura, coinvolgendo i caregiver nel processo terapeutico. Le interviste narrative offrono loro uno spazio emotivo per condividere esperienze e riscoprire aspetti della propria vita e del proprio caro, talvolta dimenticati a causa della malattia. Tuttavia, è importante riconoscere i rischi emotivi connessi a questo lavoro, che può portare alla luce sentimenti negativi o dolorosi. La terapia della reminiscenza emerge come una risorsa preziosa, centrata sulla valorizzazione della storia di vita e delle esperienze personali dei pazienti. Le scatole dei ricordi favoriscono la comunicazione e il benessere emotivo, ma è necessario continuare a sviluppare approcci innovativi per affrontare le sfide della demenza e migliorare la qualità della vita delle persone coinvolte.

Nikolai Salvatore Pagano

*Approccio narrativo e servizio sociale. Raccontate di sé e raccontare dell’altro. La metodologia narrativa come strumento per l’assistente sociale. Cristina Galavotti. Maggioli Editore.

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