Primo PianoSport

Pogačar esce dal gruppo ed entra nella leggenda

Il 2 agosto del 1998, Marco Pantani alza le braccia al cielo sui Champs Élysées e riesce a completare l’incredibile accoppiata Giro d’Italia – Tour de France. In quel giorno Tadej Pogačar non era ancora nato, infatti sarebbe venuto al mondo solamente 50 giorni dopo.

Adesso il 25enne sloveno della Uae-Emirates ha coronato questa incredibile impresa riuscita prima di lui a solo 7 corridori. I nomi che hanno realizzato questa accoppiata leggendaria nello stesso anno sono uomini che hanno fatto la storia del ciclismo, sono atleti straordinari, campionissimi indimenticabili: Fausto Coppi nel 1949 e nel 1952, Jacques Anquetil nel 1964, Eddy Merckx nel 1970, 1972 e 1974, Bernard Hinault nel 1982 e 1985, Stephen Roche nel 1987, Miguel Indurain nel 1992 e nel 1993 e Marco Pantani nel 1998.

Dopo l’ultima doppietta firmata dal Pirata, altri mostri sacri del ciclismo c’hanno provato, senza riuscire a coronare l’impresa. Chris Froome è stato quello che più di tutti si è avvicinato, infatti l’anno in cui vinse il suo unico Giro, riuscì ad arrivare terzo sulla passerella di Parigi. Diverse volte ci ha provato anche “El Pistolero” Alberto Contador, in particolare nel 2015, quando si impose sulle strade rosa, ma chiuse quinto al Tour de France. Per molti anni, lo spagnolo è stato considerato l’unico corridore che avrebbe potuto realizzare questa doppietta, ma non ci è riuscito.

Ora a distanza di 26 anni c’è un nuovo corridore che è riuscito a indossare fino alla fine sia la maglia rosa che la maglia gialla, la sua stella ora brilla al fianco delle leggende di questo sport, il suo nome è Tadej Pogačar.

Lo sloveno, soprannominato Pogi, è professionista dal 2019 ed è da diversi anni considerato uno dei corridori più forti di tutti i tempi, nonostante la giovanissima età. Alcuni esperti l’hanno paragonato a Eddy Merckx, poiché riesce a primeggiare sia nelle corse a tappe di tre settimane (3 Tour de France e 1 Giro d’Italia all’attivo), sia nelle classiche di un giorno (2 Liegi-Bastogne-Liegi, 3 Giri di Lombardia, 1 Giro delle Fiandre, 1 Amstel Gold Race, 1 Freccia Vallone, 2 Strade Bianche).

In aggiunta a questi successi, Pogačar è ininterrottamente il numero uno dell’UCI World Ranking dal 28 settembre 2021, con oltre 146 settimane consecutive in vetta a questa classifica gestita dall’Unione Ciclistica Internazionale.

Tadej è assolutamente devastante in salita, ha un ottimo spunto veloce in arrivi ristretti e si difende molto più che bene a cronometro, basti pensare all’unica tappa contro il tempo del Tour 2020, La Planche des Belles Filles, che vinse infliggendo ben 1’56” a uno specialista come Primož Roglič, riuscendo così a scavalcarlo in classifica e a conquistare la sua prima corsa a tappe francese.

La storia ciclistica di Pogačar è costellata di successi incredibili e l’anno 2024 ne ha consacrato la grandezza. Esordisce vincendo la Strade Bianche infliggendo 2’44” al secondo classificato. Dopo il successo della Volta a Catalunya, si impone per la seconda volta in carriera alla Liegi-Bastogne-Liegi, la più antica tra le cinque classiche monumento, e lo fa staccando tutti i rivali sulla Côte de la Redoute. Lo sloveno parte ai -35km e si invola in solitaria verso il traguardo.

A maggio si presenta per la prima volta ai nastri di partenza del Giro d’Italia, è il favorito assoluto e il 25enne sloveno non tradisce le aspettative, infatti veste la maglia di leader già dalla seconda tappa, non togliendola più fino alla passerella conclusiva di Roma.

Un successo conquistato con il piglio del campione assoluto, un dominio dimostrato giorno dopo giorno, pedalata dopo pedalata, fino a sollevare con il sorriso sulle labbra il Trofeo Senza Fine. Quasi 10 minuti di distacco sul secondo classificato, sei vittorie di tappa (Insieme a Eddy Merckx è il ciclista che nel dopoguerra ha conquistato il maggior numero di tappe, imponendosi contemporaneamente nella classifica generale), arrivando a conquistare anche la classifica scalatori e la sua maglia azzurra.

Dopo il successo ottenuto nella corsa rosa, arriva la Grand Boucle e l’edizione di quest’anno per la prima volta nella sua lunga storia parte dall’Italia, da Firenze. Pogačar è carico e lo dimostra da come si muove in gruppo e già alla quarta tappa centra la prima vittoria. Iniziando così a mettere le prime distanze dai suoi principali rivali, Remco Evenepoel e soprattutto Jonas Vingegaard.

Sui Pirenei lo sloveno regala emozioni, vince la 14esima tappa con una fucilata negli ultimi chilometri e soprattutto la 15esima, dove prima resiste ai tentativi di attacco di Vingegaard, per poi lasciare la sua compagnia a 5 km dal traguardo posto in cima al Plateau de Bielle. Tadej con la sua azione sontuosa rifila 1 minuto e 8 secondi al danese della Visma, ma, oltre a questo, è anche stato capace di migliorare di ben 3 minuti e 40 secondi il record di scalata di Marco Pantani nel Tour de 1998, proprio l’anno della sua indimenticabile doppietta.

Ma lo spettacolo non è ancora concluso. Si sbarca sulle Alpi Marittime e assistiamo ancora una volta a una prestazione impressionante dello sloveno, che sgasa sull’ultima salita e arriva da solo sul traguardo di Isola 2000. È il quarto sigillo, lui si inchina al pubblico e noi l’applaudiamo a scena aperta. La tappa successiva aveva promesso di non attaccare, infatti non lo fa. Segue solo Vingegaard ed Evenepoel che se le danno di santa ragione per il secondo posto in classifica, ma quando arriva in prossimità dello striscione d’arrivo, non guarda in faccia a nessuno e scatta da buon “cannibale” vincendo nuovamente.

Si giunge così all’ultima tappa, che per la prima volta nella storia non avrà il suo epilogo a Parigi, le olimpiadi sono ormai alle porte e si opta per una suggestiva cronometro di 33.7 km, dal Principato di Monaco a Nizza. Pogačar ancora una volta mette tutti in fila e centra il suo sesto successo. Lo sloveno scrive nella storia un altro record vincendo sei tappe al Giro e sei tappe al Tour nella stessa stagione, battendo il primato di Eddy Merckx che si era fermato a 11 successi.

Abbiamo vissuto uno spettacolo incredibile, Pogi ha vinto il suo terzo Tour de France dominando senza esitazioni e senza mai risparmiarsi, vincendo attaccando e regalando bellezza come non si vedeva da tempo. Il ciclismo è una grande passione che unisce la gente di ogni luogo e Tadej Pogačar è la poesia che fa vibrare l’anima.

Related posts

Italia in lotta contro il Littering, spiagge e campagne sotto assedio

Redazione

Il Fenomeno del Quiet Quitting

Redazione

La mobilità dei giovani europei tra Erasmus e telelavoro

Redazione