Sammy Basso, nato a Schio (VI) il 1 dicembre 1995, è stato un giovane italiano diventato simbolo di coraggio e resilienza per la sua battaglia contro la progeria, una rarissima malattia genetica che causa l’invecchiamento precoce. Nonostante una diagnosi che avrebbe potuto definirlo, Sammy ha scelto di vivere la sua vita con straordinaria determinazione, lasciando un’impronta indelebile nel mondo della ricerca e della sensibilizzazione.
Sammy è stato diagnosticato con la progeria (nota anche come sindrome di Hutchinson-Gilford) durante la sua infanzia. La malattia, che colpisce solo un bambino su 4-8 milioni, comporta un invecchiamento accelerato del corpo, riducendo drasticamente l’aspettativa di vita. Tuttavia, Sammy non ha mai permesso che la malattia definisse i suoi sogni e le sue aspirazioni. Supportato da una famiglia amorevole, ha deciso di dedicare la sua vita alla sensibilizzazione su questa condizione e alla promozione della ricerca scientifica, diventando un simbolo di lotta per la comunità scientifica e per tante persone affette da malattie rare.
Sammy è riuscito a trasformare la sua condizione in un’opportunità per fare del bene, fondando nel 2005 la **Sammy Basso Onlus**, un’organizzazione non profit impegnata nel sostenere la ricerca sulla progeria. La sua missione era duplice: da una parte, aumentare la consapevolezza su questa rara patologia, dall’altra raccogliere fondi per la ricerca, che all’epoca si trovava ancora in una fase embrionale. Sammy è diventato presto il volto italiano della lotta contro la progeria, partecipando a innumerevoli eventi pubblici e trasmissioni televisive, dove la sua energia contagiosa e il suo sorriso hanno fatto breccia nei cuori di chiunque lo incontrasse.
Il suo percorso accademico non è stato da meno. Dopo essersi diplomato con ottimi risultati, Sammy ha scelto di proseguire gli studi universitari, laureandosi in scienze naturali all’Università di Padova, con una tesi sulla progeria. Questo traguardo è stato un esempio di come, nonostante le sfide fisiche, la sua mente fosse una fucina di curiosità scientifica e passione per il sapere.
Una delle avventure che ha contribuito a far conoscere Sammy anche al di fuori dell’Italia è stato il suo viaggio negli Stati Uniti, documentato dalla trasmissione televisiva “Sammy on the Road”. Il giovane, grande appassionato di scienza e natura, ha intrapreso un lungo viaggio per percorrere la leggendaria Route 66 insieme ai genitori e ad alcuni amici. Il programma televisivo, trasmesso da Rai 3, ha raccontato non solo il lato umano di Sammy, ma anche la sua insaziabile curiosità e il desiderio di esplorare il mondo, nonostante le limitazioni fisiche.
Il nome di Sammy Basso sarà sempre legato alla speranza e al progresso nella ricerca contro la progeria. Il suo contributo nel sensibilizzare l’opinione pubblica ha portato maggiore attenzione su questa malattia rara e ha stimolato la comunità scientifica a intensificare gli sforzi per trovare una cura. Grazie al suo coraggio, l’Associazione Italiana Progeria e altre realtà hanno potuto raccogliere fondi importanti per sostenere la ricerca medica.
La sua figura ha ispirato migliaia di persone, e il suo lavoro ha lasciato un’eredità preziosa non solo per chi è affetto da progeria, ma per chiunque creda che le difficoltà possano essere affrontate con forza e determinazione.
Sammy Basso ci ha mostrato che la vita può essere vissuta con pienezza, anche quando il tempo sembra essere limitato. Il suo sorriso, la sua forza d’animo e la sua immensa intelligenza saranno ricordati da chiunque abbia avuto la fortuna di conoscerlo, anche solo attraverso uno schermo. La sua lotta contro la progeria non è stata solo personale, ma ha aperto la strada a nuove speranze per tante altre persone affette da questa malattia. La sua eredità continuerà a ispirare, spingendo la scienza a progredire e le persone a vedere oltre le difficoltà.
Sammy Basso è stato, e resterà, un esempio straordinario di quanto si possa fare, indipendentemente dalle sfide che la vita ci pone davanti.