Il Salotto di Kreanews

Il MAVV Museo dell’Arte del Vino e della Vite, Un Viaggio tra Cultura, Storia e Vino con Eugenio Gervasio

Nel cuore della Campania, il Museo dell’Arte del Vino e della Vite (MAVV) rappresenta un punto di incontro tra cultura, storia, arte e scienza legate al mondo del vino. Abbiamo incontrato il dott. Eugenio Gervasio, presidente del MAVV, per discutere della missione del museo, delle iniziative per promuovere il turismo enogastronomico e delle sfide che le aziende affrontano nel Sud Italia.

Presidente Gervasio, ci racconta la storia del MAVV e come è nata l’idea di creare un museo dedicato all’arte del vino e della vite?
«Certamente. Nel 2017, provenendo da altre esperienze professionali, ho sentito la necessità di trovare un modo innovativo e unico per raccontare le nostre eccellenze enologiche e aprire il mondo del vino a un pubblico più ampio, in particolare ai giovani e agli studenti. Con un gruppo di amici e professionisti, abbiamo concepito il Museo dell’Arte del Vino e della Vite (MAVV). L’idea piacque subito a soggetti importanti come Invitalia, che finanziò il progetto attraverso il programma Cultura Crea, e all’Università Federico II di Napoli. In particolare, il professor Luigi Moio e il professor Matteo Lorito apprezzarono il nostro approccio innovativo.
Abbiamo creato un luogo dove la cultura del vino viene raccontata attraverso la divulgazione scientifica, legandola all’arte, alla musica e utilizzando tecnologie multimediali e realtà virtuale. Il museo è ospitato in spazi meravigliosi all’interno della Reggia di Portici, sede del Dipartimento di Agraria della Federico II. Qui, in un contesto scientifico di eccellenza, abbiamo trovato il terreno fertile per sviluppare un progetto che mette al centro il vino come elemento di cultura e conoscenza».

Quali sono gli obiettivi principali del MAVV e come intendete coinvolgere i giovani e il pubblico più ampio nel mondo del vino?
«Il nostro obiettivo è far conoscere il mondo del vino come patrimonio culturale, storico, artistico e scientifico. Vogliamo sfatare l’idea che il vino sia un mondo polveroso e riservato solo agli esperti. Attraverso exhibit multimediali interattivi, raccontiamo l’enologia, la storia del vino dalle origini a oggi, l’economia legata al settore vinicolo e affrontiamo temi importanti come il bere consapevole. Questo è fondamentale, soprattutto per i giovani.
Collaboriamo strettamente con la professoressa Annamaria Colao, cattedra UNESCO per la salute e la sostenibilità alla Federico II, per sviluppare percorsi educativi sul bere responsabile. Abbiamo anche creato il sito www.bereconsapevole.it, un portale dedicato a promuovere la bellezza del vino e a mettere in guardia dai rischi legati all’abuso di alcol. Vogliamo che i giovani comprendano che il vino, se consumato in eccesso, può essere dannoso, ma se apprezzato con moderazione, è un elemento culturale e sociale di grande valore».

Recentemente avete organizzato un evento alla Reggia di Carditello. Può parlarci di questa iniziativa e di come il MAVV promuove il turismo culturale ed enogastronomico?
«Certo. Abbiamo sviluppato un format chiamato Wine Art Fest, attraverso il quale organizziamo eventi che combinano cultura, arte, musica e, naturalmente, il vino. L’ultimo evento si è tenuto alla Reggia di Carditello, un luogo di grande bellezza e significato storico. In questa occasione, abbiamo avuto oltre 30 cantine che hanno presentato le loro eccellenze vinicole a migliaia di visitatori in due giorni.
Abbiamo voluto creare un’esperienza unica, unendo degustazioni, mostre d’arte, premi per l’eccellenza e spettacoli musicali. Ad esempio, abbiamo avuto come testimonial Eleonora Pieroni, madrina del Made in Italy scelta dal sindaco di New York. L’obiettivo è promuovere il turismo culturale ed enogastronomico come risorsa per lo sviluppo economico sostenibile e l’innovazione. Vogliamo far conoscere le nostre eccellenze non solo a livello locale, ma anche nazionale e internazionale, attirando un turismo di qualità interessato a vivere esperienze autentiche nel nostro territorio».

Quanto è importante per voi promuovere il territorio attraverso il vino e quali sfide affrontate nel farlo?
«Il vino è un ambasciatore del territorio. Attraverso di esso, possiamo raccontare la nostra storia, il nostro paesaggio, le nostre tradizioni. Una delle sfide principali è quella di fare rete, creare sinergie tra le diverse realtà produttive. Nel Sud Italia, e in Campania in particolare, abbiamo una ricchezza straordinaria di vitigni autoctoni e prodotti di eccellenza, ma spesso manca la coesione necessaria per promuoverli efficacemente.
C’è una tendenza a essere troppo individualisti, e questo limita la capacità di fare massa critica sul mercato internazionale. Noi cerchiamo di superare queste difficoltà, coinvolgendo produttori e operatori del settore in un’ottica di collaborazione. Ad esempio, promuovendo vitigni unici come l’Asprinio dell’Aversano, coltivato con il metodo dell’alberata, una pratica viticola antica e spettacolare. Raccontare queste storie affascinanti può attirare l’attenzione dei mercati esteri e valorizzare tutto il comparto».

Quali sono, secondo lei, i passi necessari affinché le aziende del Sud Italia possano crescere e competere a livello internazionale?
«È fondamentale che le aziende capiscano l’importanza di fare sistema. Questo significa superare individualismi e gelosie per lavorare insieme su obiettivi comuni. Bisogna investire in marketing, comunicazione e promozione a livello regionale e macroregionale, non solo come singole aziende o piccoli consorzi. Inoltre, è importante puntare sulla qualità, raccontare il territorio, le tradizioni, le storie che rendono unici i nostri vini.
Dobbiamo imparare a comunicare meglio, a valorizzare le nostre eccellenze come fanno, ad esempio, i francesi. Non si tratta di copiare, ma di essere orgogliosi delle nostre peculiarità e di saperle presentare al mondo in modo efficace. Questo richiede formazione, investimenti e una visione strategica condivisa».

Parlando di vini campani, quali sono quelli che secondo lei rappresentano al meglio la regione e quali sono i suoi preferiti?
«La Campania è ricchissima di vitigni e vini straordinari. L’Aglianico è sicuramente uno dei più noti e rappresentativi, ma non possiamo dimenticare il Pallagrello nel casertano, riscoperto dai Borbone, o i vini dell’Irpinia, del Cilento, di Ischia, dei Campi Flegrei. Personalmente, amo molto il Falerno, un vino rosso che affonda le sue radici nella storia millenaria della nostra terra. È un vino che ci permette di presentarci a livello internazionale con una tradizione di oltre 3000 anni, contro i 300 anni di storia di alcuni vini francesi. La nostra forza sta proprio in questa ricchezza e varietà».

Cosa significa per lei il detto “In vino veritas” e come si applica nel suo lavoro e nella sua vita personale?
«”In vino veritas” è un detto che sottolinea come il vino possa favorire la convivialità e la sincerità nelle relazioni. Un buon bicchiere di vino può aiutare a sciogliere le tensioni, a favorire la comunicazione autentica. Nel mio lavoro, questo si traduce nella volontà di creare eventi e occasioni in cui le persone possano incontrarsi, dialogare, condividere esperienze. Il vino diventa così un mezzo per costruire rapporti umani più profondi e significativi».

Per concludere, quali sono i prossimi progetti del MAVV e come vede il futuro del museo e del settore vinicolo in Campania?
«Il MAVV continuerà a lavorare per promuovere la cultura del vino, coinvolgendo sempre più giovani, studenti e appassionati. Abbiamo in programma nuovi eventi, collaborazioni con istituzioni e partner internazionali per ampliare la nostra rete e le nostre attività. Vedo un futuro positivo per il museo e per il settore vinicolo campano, a patto che si continui a investire in qualità, innovazione e cooperazione. Credo fermamente che, unendo le forze, potremo portare le nostre eccellenze nel mondo e contribuire allo sviluppo economico e culturale del nostro territorio».

Ringraziamo il presidente Eugenio Gervasio per aver condiviso con noi la sua passione e la sua visione. Il MAVV di Ercolano rappresenta un esempio virtuoso di come cultura, storia e innovazione possano fondersi per promuovere il territorio e le sue eccellenze. Per scoprire di più sulle attività del museo e partecipare ai prossimi eventi, vi invitiamo a visitare il sito web ufficiale e a seguire i canali social del MAVV.

Intervista realizzata da Michele Chianese per Il Salotto di Kreanews. Rivivi la puntata completa su YouTube e immergiti nell’esperienza unica di questa straordinaria conversazione

Related posts

Monica Sarnelli: La Voce di Napoli tra Passione e Musica

Redazione