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Il primo dipinto creato da un robot venduto all’asta da Sotheby’s per oltre un milione di euro

La casa d’aste britannica Sotheby’s ha segnato una nuova frontiera nel mercato globale dell’arte vendendo per oltre un milione di sterline (circa 1,2 milioni di euro) un dipinto realizzato da un’intelligenza artificiale. L’opera in questione è un ritratto di Alan Turing, matematico e padre dell’informatica, creato da Ai-Da, un robot artista sviluppato dal gallerista britannico Aidan Meller.

Questa vendita rappresenta la prima volta che un’opera d’arte realizzata da un robot umanoide viene battuta all’asta. L’evento ha attirato grande attenzione, con 27 offerte ricevute per il ritratto di Turing durante l’asta “Digital Art Day”. La stima iniziale dell’opera variava tra i 120.000 e i 180.000 dollari (circa 110.000-160.000 euro), ma l’interesse suscitato ha portato il prezzo finale a superare di gran lunga queste cifre.

Per Sotheby’s, questa transazione “apre una nuova frontiera nel mercato globale dell’arte”, stabilendo un punto di riferimento per le opere create da robot umanoidi. Il successo dell’asta evidenzia come l’arte robotica stia guadagnando sempre più importanza, ampliando i confini del mercato artistico tradizionale.

Ai-Da è un robot umanoide dotato di telecamere negli occhi e di un braccio robotico controllato da algoritmi di intelligenza artificiale. Grazie a queste tecnologie, è in grado di creare dipinti, disegni e sculture. Il ritratto di Alan Turing realizzato da Ai-Da è un’opera a tecnica mista che unisce innovazione tecnologica e omaggio a una figura storica fondamentale per lo sviluppo dell’IA.

L’arte realizzata da robot e intelligenze artificiali non è un fenomeno isolato. Negli ultimi anni, numerosi artisti, programmatori e ingegneri hanno collaborato per esplorare le potenzialità creative delle macchine. Un esempio significativo è la mostra “Dark Factory Portraits” del 2020 alla galleria Ben Brown Fine Arts di Londra, dove il braccio robotico Heidi ha realizzato ritratti di artisti celebri utilizzando colori acrilici.

Un altro esempio è l’opera “Can’t Help Myself” degli artisti cinesi Sun Yuan e Peng Yu, esposta alla Biennale di Venezia nel 2019. Si trattava di un braccio robotico programmato per contenere un fluido rosso all’interno di un’area delimitata, sollevando riflessioni sul rapporto tra uomo e macchina.

Il fenomeno dell’arte robotica è stato ulteriormente consolidato da competizioni internazionali come il concorso “Robot Art”, lanciato nel 2015 da Andrew Conru dell’Università di Stanford. Questo evento riunisce team di artisti, programmatori e ingegneri da tutto il mondo, incentivando l’innovazione nell’arte visiva attraverso l’uso di robot e intelligenze artificiali. La competizione, che prevede premi per un totale di 100.000 dollari, tornerà nel 2025, promettendo di attirare un numero ancora maggiore di partecipanti grazie ai recenti progressi nel campo dell’IA.

La vendita record del ritratto di Alan Turing segna un momento cruciale per il riconoscimento dell’arte generata da intelligenze artificiali. Mentre alcune opere realizzate da robot hanno già trovato spazio in gallerie e musei, l’interesse del mercato e del pubblico per queste creazioni sta crescendo. Questo trend solleva domande interessanti sulle definizioni tradizionali di arte e creatività, aprendo dibattiti sulle potenzialità e i limiti dell’IA nel mondo artistico.

L’asta di Sotheby’s non solo ha stabilito un nuovo record per un’opera d’arte creata da un robot, ma ha anche evidenziato l’importanza crescente dell’IA nel panorama artistico contemporaneo. Con progetti come Ai-Da e iniziative come il concorso “Robot Art”, il confine tra creatività umana e artificiale continua a sfumare, promettendo sviluppi affascinanti e innovativi nel futuro dell’arte.

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