Nel Salotto di Kreanews abbiamo avuto il piacere di ospitare Maurizio Ponticello, scrittore e giornalista napoletano noto per le sue opere che esplorano i misteri e l’occulto legati alla città di Napoli. Durante l’intervista, Ponticello ha condiviso con noi il suo percorso nel mondo della scrittura, le sue riflessioni sulla storia partenopea e alcuni dei temi più affascinanti dei suoi libri.
Come è iniziato il tuo percorso nel mondo della scrittura?
«Il mio avvicinamento alla scrittura è avvenuto attraverso il giornalismo. A vent’anni ero già iscritto all’albo dei giornalisti, e il mio primo libro è nato quasi per gioco. “Napoli velata”, pubblicato nel 2007, è stato un tentativo di mettere i puntini sulle “i” riguardo all’esoterismo e alla magia della città. Ho sentito la necessità di fornire delle chiavi interpretative basate su fonti storiche solide, per discutere di segreti, misteri e miti legati a Napoli».
Nel tuo libro “Napoli velata” affronti temi legati all’occulto e ai misteri della città. Cosa ti ha spinto a esplorare questi argomenti?
«Napoli è una città magica di per sé, un percorso iniziatico per chi decide di approfondirne la storia. Volevo riscoprire leggende e miti, ma anche rimettere in discussione alcune credenze popolari fornendo una base storica e documentata. È stato un lavoro per me stesso, per arricchire la mia conoscenza, ma anche per offrire al pubblico nuove prospettive sulla nostra città».
Si parla spesso dei 2.500 anni di Napoli. Tu hai affermato che questa data è una fake news. Puoi spiegarci meglio?
«Sì, questa storia dei 2.500 anni è assolutamente una fake news. Storicamente, Napoli ha circa 2.700-2.800 anni. La data del 21 dicembre come fondazione della città nasce da uno scherzo di Renato Palmieri, un personaggio che si definiva “fisico unigravitazionale”. Palmieri inventò una serie di storie e dati fasulli, creando una data di fondazione che non ha alcun fondamento storico. È sorprendente come questa burla sia stata presa sul serio e sia diventata oggetto di celebrazioni ufficiali. Napoli ha una storia ricchissima e non ha bisogno di inventare date o eventi per valorizzarsi».
La città dei misteri attrae sempre più turismo. Cosa pensi di questo fenomeno?
«Napoli attrae turismo grazie alla sua cultura e ai suoi misteri, ma il turismo di massa che stiamo vivendo è un’arma a doppio taglio. C’è un rischio di “overtourism”, con la città che soffre e perde alcune delle sue identità culturali. Molti turisti si accontentano di un’esperienza superficiale, concentrandosi su cibo da strada e attrazioni popolari senza approfondire la vera essenza della città. Credo che sia importante gestire questo flusso turistico in modo sostenibile, magari introducendo misure come la tassa di soggiorno destinata al recupero del patrimonio culturale».
Parliamo del mistero di San Gennaro, che tu definisci il “mistero che racchiude tutti i misteri” di Napoli.
«San Gennaro è una figura centrale nella cultura napoletana, ma ci sono molte incongruenze storiche nel suo culto. Il primo miracolo dello scioglimento del sangue risale al 1389, circa mille anni dopo la sua presunta morte. Ci sono questioni aperte sul modo in cui il miracolo viene presentato al pubblico, con poca trasparenza. Ho sempre proposto di installare una telecamera che documenti il processo, per avere dati più concreti. San Gennaro ha sostituito altre figure come la Sirena Partenope e Virgilio Mago, assumendo un ruolo dominante nella cultura cittadina».
Nel tuo libro “La vera storia di Marzia Basile” affronti il tema delle streghe e delle violenze contro le donne nel Seicento napoletano. Cosa puoi dirci su questo lavoro?
«Con questo libro ho deciso di passare dal saggio al romanzo storico. Racconto la storia vera di Marzia Basile, una giovane donna accusata di aver ucciso il marito e di stregoneria. È una storia di ingiustizia e violenza in un’epoca dominata dall’Inquisizione. Marzia era una sposa bambina, e la sua vicenda è emblematica delle sofferenze che molte donne hanno dovuto subire. Il mio obiettivo era dare voce a questa figura dimenticata, ricostruendo la sua storia attraverso documenti storici e ridandole dignità».
Qual è il messaggio che vuoi trasmettere attraverso le tue opere?
«Voglio invitare i lettori a guardare oltre la superficie, a non accontentarsi delle versioni ufficiali e a cercare la verità attraverso lo studio e la ricerca. Napoli è una città ricca di storia, misteri e contraddizioni. Solo approfondendo possiamo realmente comprenderla e apprezzarne la complessità».
Quali sono i tuoi progetti futuri?
«Continuerò a scrivere e a esplorare i misteri di Napoli e non solo. Sto lavorando a nuovi progetti che spero possano affascinare e coinvolgere i lettori, portandoli a riflettere su temi storici e culturali che ritengo importanti».
Ringraziamo Maurizio Ponticello per aver condiviso con noi le sue conoscenze e riflessioni sulla città di Napoli. Le sue opere ci invitano a esplorare con occhi nuovi una città che ha ancora tanto da raccontare.
Intervista realizzata da Michele Chianese per Il Salotto di Kreanews. Rivivi la puntata completa su YouTube e lasciati affascinare dai misteri svelati da Maurizio Ponticello.