Nel Salotto di Kreanews abbiamo incontrato Elio Parascandolo, giovane scrittore e insegnante di inglese, che ha già al suo attivo un’opera poetica particolare e un nuovo progetto cinematografico in arrivo. Con grande passione per la cultura e per i giovani, Parascandolo racconta come la scrittura possa divenire uno strumento di crescita personale e collettiva, soprattutto in un’epoca sempre più segnata dai social e dalle nuove tecnologie.
Come è nata l’idea di scrivere il tuo libro “Io Chiedo”?
«“Io Chiedo” è nato di getto, da un’esigenza dell’anima. È un percorso poetico che attraversa la passione, la morte e la resurrezione di Cristo, ma anche il vissuto di tanti personaggi, reali o simbolici, che ho incontrato. Prendo spunto da testi letterari e biblici per mostrare come ognuno di noi, credente o meno, possa rispecchiarsi nei momenti di caduta e di risalita. È un messaggio di speranza, perché le nostre difficoltà possono diventare l’occasione per rinnovarci e andare più in alto di prima.»
Nel testo citi anche esperienze concrete, come quella in una casa famiglia. Cosa ti ha colpito maggiormente?
«Ho collaborato per un anno con una casa famiglia, ascoltando le storie di tanti ragazzi che lì vivevano. Uno di loro, ad esempio, voleva confidare al padre (assente) di essersi innamorato. Ha trovato il coraggio di esprimersi scrivendo: cercava un dialogo col padre, ma l’ha in parte ritrovato attraverso la parola scritta. Quell’episodio mi ha spinto a raccontare come la scrittura possa diventare un ponte per le nostre ferite più profonde.»
Come hai scelto i contributi artistici e i collaboratori per questo progetto poetico?
«È stato un percorso spontaneo. Il chitarrista Massimo Germini, storico collaboratore di Roberto Vecchioni, ha voluto scrivere una canzone inedita, fruibile con QR code presente nel libro. Giovanni Nuti, che ha lavorato per 16 anni con Alda Merini, ha curato la prefazione, regalandomi un punto di vista poetico e intenso. Infine, nella postfazione c’è il tocco di suor Rosal Russo, psicologa, che offre uno sguardo più intimo e spirituale.»
Oltre alla scrittura, sei insegnante di inglese. Che rapporto hai con i giovani?
«Insegno inglese perché amo la letteratura straniera e credo che ampliare i propri orizzonti, anche linguistici, sia fondamentale. Ai ragazzi cerco di trasmettere la passione per la scrittura e per l’arte. Spesso vivono momenti di ansia e fragilità, ma se li aiutiamo a tirar fuori il proprio talento, possiamo essere dei “traghettatori” verso la loro realizzazione. Il mio ruolo è segnarli dentro, lasciare un’impronta positiva.»
Che ruolo hanno, a tuo avviso, i social media nel contesto attuale?
«I social sono un’arma a doppio taglio. Se usati bene, danno opportunità di far conoscere il proprio lavoro e di condividere idee. Ma bisogna evitare di diventare tutti uguali o di cercare soltanto approvazione esterna. Ai miei studenti ripeto che il web non deve sostituire i rapporti reali, né dev’essere una vetrina priva di contenuti. Siamo noi a dover creare e diffondere valore, non i like a definire chi siamo.»
Hai parlato di un progetto cinematografico in uscita. Di cosa si tratta?
«A febbraio 2025 uscirà un lungometraggio realizzato con l’Aquilus Productions, di cui sono produttore esecutivo e presidente. È un progetto nato dalla volontà di un gruppo di giovani talenti, guidati dal regista Luca Luongo. Abbiamo deciso di “buttarci” in questa avventura, unendo risorse ed entusiasmo. Sarà un film che verrà distribuito in alcune sale italiane. Non vediamo l’ora di condividerlo col pubblico.»
Come vedi il tuo futuro tra insegnamento, scrittura e produzione cinematografica?
«Penso che la via maestra resti l’insegnamento, cioè la voglia di trasmettere qualcosa ai ragazzi. Scrivere è l’espressione più autentica del mio mondo interiore. Quanto al cinema, è un’avventura collettiva, in cui ho imparato a coordinare risorse, persone e idee. Tutti e tre questi ambiti rispondono a un’unica vocazione: credere nella forza dei sogni e impegnarsi affinché diventino realtà.»
Qual è il messaggio più importante che vuoi lanciare ai giovani?
«Di non avere paura di sognare in grande e di esprimere la propria unicità. Non dobbiamo lasciarci definire dai social o dagli stereotipi. Abbiamo tutti qualcosa da raccontare. La scrittura, l’arte e la cultura in generale sono strumenti formidabili per tirare fuori la luce che abbiamo dentro. Basta un po’ di coraggio, passione e, soprattutto, un pizzico di grazia.»
Intervista realizzata da Michele Chianese per Il Salotto di Kreanews.
Rivivete la puntata completa su YouTube e lasciatevi ispirare dall’entusiasmo, dalla determinazione e dai progetti futuri di Elio Parascandolo.