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Ricordare per scegliere: la lezione della Shoah e il dovere della memoria

Ogni volta che dimentichiamo il passato, rischiamo di ricadere negli stessi errori. La Shoah ci ha insegnato che l’odio si insinua nei silenzi, nelle indifferenze e nelle divisioni, trovando terreno fertile in un’umanità distratta o complice. Eppure, guardando ai conflitti e alle ingiustizie del presente, viene spontaneo chiederci: cosa stiamo facendo per impedire che la storia si ripeta?

La Giornata della Memoria, celebrata il 27 gennaio, non è solo un momento per ricordare i milioni di vite spezzate nei campi di sterminio. È un invito a riflettere su quanto fragile possa essere l’equilibrio della nostra società e su come l’intolleranza e la disumanizzazione possano portare a tragedie impensabili. Quel giorno del 1945, quando i cancelli di Auschwitz vennero aperti, il mondo intero si trovò di fronte a un orrore che fino a quel momento molti avevano ignorato o scelto di non vedere.

Oggi, a distanza di decenni, ricordare non è un atto scontato. È un atto di responsabilità. La memoria della Shoah non appartiene solo alle vittime, ai sopravvissuti e alle loro famiglie: è un monito per l’intera umanità. Ricordare non significa soltanto commemorare, ma scegliere di agire diversamente, di riconoscere i segnali di odio, razzismo e discriminazione che ancora oggi attraversano il nostro mondo.

La Giornata della Memoria ci chiede di interrogarci sul nostro presente: quante volte siamo indifferenti alla sofferenza degli altri? Quante volte ci troviamo a giustificare l’ingiustificabile o a chiudere gli occhi di fronte alle disuguaglianze? La memoria non è solo un archivio di eventi passati, ma una guida per costruire un futuro di pace.

In un tempo in cui i muri si alzano ancora, sia fisicamente che metaforicamente, e il linguaggio dell’odio trova nuove forme di espressione, è fondamentale ricordare che la Shoah è iniziata molto prima dei campi di concentramento: con le parole, con l’isolamento, con l’indifferenza. Per questo, il ricordo deve essere un atto quotidiano, un impegno a non lasciare spazio all’odio in nessuna delle sue forme.

Ricordare per agire

La Giornata della Memoria non deve diventare una ricorrenza svuotata di significato, una data di calendario tra tante. Deve essere un’opportunità per educare, per ascoltare e per imparare. Ascoltare le voci dei sopravvissuti, leggere le loro storie, visitare i luoghi della memoria: queste sono azioni che ci aiutano a non dimenticare, ma anche a comprendere quanto sia necessario proteggere i valori di uguaglianza e umanità in ogni aspetto della nostra vita.

Non è solo una questione di storia, ma di presente e futuro. La memoria è un esercizio di empatia: ci insegna a vedere nell’altro non un nemico o una minaccia, ma un essere umano con i nostri stessi diritti e desideri. E in un mondo che continua a essere attraversato da conflitti e divisioni, questo è forse l’insegnamento più grande.

Ricordare la Shoah significa assumersi la responsabilità di scegliere: scegliere di non dimenticare, scegliere di agire contro l’odio, scegliere di difendere l’umanità ovunque sia minacciata. La Giornata della Memoria è una promessa collettiva: mai più. Una promessa che dobbiamo rinnovare ogni giorno, con le nostre parole, le nostre azioni e il nostro modo di stare al mondo.

 

 

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