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La Musica: Il ritmo della Vita… Alla scoperta di Gigio Rosa

Hai mai notato che la vita nasce… in Musica? È il battito del nostro cuore a far partire questa fantastica storia chiamata vita, accompagnandoci con una scossa che ci sostiene ogni giorno. Grazie a questo ritmo perenne—accelerando e rallentando al momento giusto—possiamo affrontare le nostre emozioni e vivere sensazioni straordinarie.

Uno che di ritmo se ne intende, e che sarà sicuramente d’accordo con questo pensiero, è Gigio Rosa. Conosciamolo meglio con questa intervista.

Da poco tornato dal Festival di Sanremo, come protagonista dello special di Radio Marte, Gigio porta con sé un senso innato del ritmo, sprigionando vitalità ed energia in ogni iniziativa.
«Sono nato a Napoli, nel quartiere Sanità, dove mio nonno produceva guanti in pelle, e ho sempre vissuto in questa città. I miei primi 15 anni li ho trascorsi nel negozio di dischi di famiglia, per cui la musica è diventata la mia più grande passione e, di conseguenza, una parte fondamentale del mio lavoro. Oggi vivo all’ombra della Reggia di Caserta, in una zona a misura d’uomo che mi permette di affrontare quotidianamente il caos cittadino e le ansie di questo nostro mondo iperconnesso.»

Ottima scelta. Cosa ti ha portato a diventare il protagonista dello spettacolo, il music maker e conduttore che sei?
«Mi sono diplomato al Pietravalle (I.T.C.) e, solo dopo molti anni, ho onorato una promessa fatta a mio padre laureandomi in Scienze della mediazione linguistica. La mia adolescenza è stata un’immersione nell’arte: il negozio di dischi era un punto di ritrovo per artisti, cantanti, musicisti, discografici, DJ, cultori di musica e personalità eclettiche. Ho messo le mani sui vinili sin da bambino, realizzando i miei dj set per divertimento e registrandoli su cassetta. I clienti chiedevano copie a mio padre, e così iniziai a frequentare sale e ville private come giovanissimo DJ o assistente. Con alcuni artisti ho instaurato un feeling tale da considerarli come secondi padri: Enzo Avitabile, i fratelli Di Mauro, persone magnifiche con cui sono ancora in contatto.»

Sicuramente te ne saranno capitate tante: ce ne racconti una?

«Un giorno, qualche anno fa, attraversavo un periodo difficile in cui non riuscivo a intravedere vie d’uscita. Non so come abbia fatto a intuire la mia situazione, ma un’ascoltatrice mi scrisse: “Immagino che possa servirti questo: ricorda, dove le vecchie strade sembrano perdute, spunta un nuovo paese meraviglioso…”. Quella frase è diventata il mio mantra di speranza nei momenti bui.»

Ottimo: per la serie, quando si chiude una porta, se ne apre un portone.
Che rapporto hai con Napoli?
«
Sono fortunato, perché Napoli è nel mio sangue. Vivere a pochi chilometri di distanza mi permette, come farebbe un turista, di riscoprire continuamente la sua bellezza, i suoi scorci, i suoi sapori e la sua anima vibrante. Tempo fa disegnai un logo: ‘I❤Napoli’, ispirato a I❤NY, che è diventato in breve tempo un programma radiofonico, televisivo, una linea di abbigliamento, valigie, gioielli, persino striscioni allo stadio. Successivamente, ideai lo slogan ‘AdremevuJ’, che ancora oggi viene usato e apprezzato, ma questa è un’altra storia.»

C’è qualche personaggio di riferimento, data la tua esperienza?
«
Ne ho tanti: per la radio, per la musica, per l’esempio sociale e culturale. Faticherei a citarli tutti, ho troppa stima di molti. Tuttavia, ci sono due figure speciali che mi arricchiscono ogni giorno: i miei straordinari figlioli, Lucio Valerio e Aurelio.»

Sempre speciali i nostri ospiti, non solo per quello che fanno, ma soprattutto per ciò che sono!
La tua canzone speciale?
«
La mia top 5 di sempre, che sono sempre pronto ad aggiornare:
– Giorgia – Di sole e d’azzurro
– E.L.O. – Last Train to London
– Claudio Baglioni – Avrai
– Jamiroquai – Space Cowboy
– Stevie Wonder – Overjoyed»

Tanta roba! E Sanremo, dunque?
«
Ho sempre tifato per Giorgia, che amo molto. Ho pianto ascoltando la canzone di Simone Cristicchi, perché mi ricordava mia madre; ero convinto che, alla fine, ci sarebbe stata una sorpresa, magari proprio un outside, come ha fatto Olly e non solo!»

Cosa dire? Pienamente d’accordo. Anche se, personalmente, non ho apprezzato i risultati del LXXV Festival della Canzone Italiana, che in realtà si è trasformato in un Festival dei social, nel segno della manager Marta Donà, vincitrice dal 2021 di quattro edizioni di Sanremo (Mengoni, Maneskin, Mango, Olly). E sempre con il numero 15 al televoto per i suoi artisti!

Olly (al secolo Federico Olivieri), con ben due album all’attivo, è stato sincero quando ha ammesso: “Wow… è veramente successo?” Un vero esperto, come il protagonista della nostra rubrica, sa riconoscere anche quei momenti di svolta all’interno di manifestazioni iconiche e ‘nazionalpopolari’ come il Festival. Bisogna ammettere che Sanremo ha fatto tornare i giovani vicini alla musica e alla manifestazione.”

Mi fa piacere pensare che questa platea abbia sostenuto lealmente un giovane coetaneo, gentile, emozionato di buona famiglia e ben messo… e che, quindi, tutta la kermesse non sia stata costruita a tavolino. Così, se i mitici “Stadio su Musica” di Curreri, successivi al testo di Dalla, indicavano i Beatles come riferimento musicale nel 1984, oggi posso suggerire a mia figlia Maria Luce di chiedermi chi sia Giorgia.
Gli anni passano, ma i miti—quelli veri, degli ultimi trent’anni—restano!

Sempre e comunque: BUONA MUSICA A TUTTI!

Antonio Ruggiero
Instagram: @a.ruggi

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