Food & Wine

Casu Marzu nel museo dei cibi disgustosi

Il celebre formaggio sardo con le larve si è guadagnato un posto nella top ten dei cibi più disgustosi esposti al Disgusting Food Museum di Malmö, in Svezia. In questo spazio espositivo, il casu marzu si trova in buona compagnia con altri alimenti bizzarri come l’urina di mucca indiana, il Ttongsul coreano e persino preparazioni a base di cervelli di scimmia.

Questo formaggio, noto per il suo processo di fermentazione attraverso l’azione della Piophila casei, è stato spesso al centro di controversie. Nel 2008 il Guinness dei Primati lo aveva etichettato come il formaggio più pericoloso del mondo a causa dei rischi ipotetici legati alla sopravvivenza delle larve durante la digestione. Studi successivi, come quelli condotti dallo studioso Massimo Marcone, hanno dimostrato che, se prodotto correttamente e consumato con moderazione, il casu marzu non rappresenta un pericolo concreto per la salute. Nonostante ciò, la legge italiana vieta la sua vendita dal 1962 e l’Unione Europea lo ha bandito, in quanto considerato un alimento infestato da parassiti.

La produzione clandestina del casu marzu non si è mai fermata e i produttori hanno tentato nel tempo di ottenere il riconoscimento della Denominazione di Origine Protetta. In collaborazione con l’Università di Sassari e la Facoltà di Veterinaria, sono stati studiati metodi per controllare il ciclo biologico della mosca casearia e garantire standard igienici adeguati. Tuttavia, nonostante le ricerche abbiano dimostrato la possibilità di produrre un casu marzu sicuro, la certificazione DOP non è mai arrivata e il formaggio resta ufficialmente illegale.

Nel museo svedese, il casu marzu si distingue per la sua storia e il suo impatto culturale. L’esposizione non si limita a mostrare questo alimento, ma offre uno sguardo sulle tradizioni gastronomiche più estreme del mondo. Tra gli altri cibi disgustosi esposti vi sono il Gomutra, l’urina di mucca utilizzata in India, il Ttongsul coreano, una medicina tradizionale con una gradazione alcolica del 9%, e persino preparazioni a base di feci umane fermentate. Altri esempi includono il vino di topolino, in cui piccoli roditori vengono affogati nel vino di riso, il Balut filippino, un embrione d’anatra bollito direttamente nel guscio, e il succo di rana peruviano, ottenuto frullando la rana con altri ingredienti locali.

L’esposizione del casu marzu e degli altri cibi disgustosi nel museo di Malmö evidenzia l’interesse per la diversità culinaria e per le pratiche alimentari che sfidano i canoni tradizionali. Pur rappresentando un simbolo di tradizione e identità, il casu marzu continua a suscitare reazioni contrastanti sia a livello locale che internazionale, diventando un punto di riferimento per chi cerca di comprendere la complessità delle tradizioni gastronomiche nel mondo.

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