Il 28 febbraio 2025 si è svolto alla Casa Bianca un incontro teso tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Originariamente programmato per discutere un accordo sulle risorse minerarie ucraine e rafforzare il sostegno americano nella guerra contro la Russia, il meeting ha degenerato in un acceso scontro.
Svolgimento dell’incontro
Disputa sulla Sicurezza e la Diplomazia:
Durante la riunione, Trump, accompagnato dal vicepresidente J.D. Vance, ha accusato Zelensky di mancare di rispetto e di mettere in pericolo la stabilità globale, arrivando persino a parlare del rischio di una Terza Guerra Mondiale. Zelensky, invece, ha chiesto garanzie di sicurezza concrete per l’Ucraina.
Cancellazione degli Eventi e Interruzione dell’Accordo:
L’escalation delle tensioni ha portato alla cancellazione degli eventi programmati e alla mancata firma dell’accordo sulle risorse minerarie.
Dichiarazioni Post-Incontro:
Trump ha suggerito che Zelensky non fosse pronto per la pace se quest’ultima coinvolgesse direttamente gli interessi americani, minacciando il ritiro del supporto degli Stati Uniti qualora non venisse raggiunto un accordo.
Zelensky ha ringraziato il popolo americano e sottolineato l’importanza di una pace giusta e duratura.
Reazioni Internazionali
Unione Europea e Paesi Membri
Numerosi leader europei hanno espresso solidarietà all’Ucraina e critiche verso l’approccio di Trump:
Emmanuel Macron (Francia):
Ha sottolineato l’importanza di sostenere l’Ucraina contro l’aggressione russa, definendo la Russia come “aggressore” e l’Ucraina come “popolo aggredito”. Macron ha evidenziato come Francia e alleati abbiano fatto bene a sanzionare la Russia e a supportare Kiev negli ultimi tre anni, impegnandosi a proseguire su questa strada.
Ursula von der Leyen (Commissione Europea):
Ha elogiato la dignità e il coraggio di Zelensky, riaffermando l’impegno dell’UE a proteggere la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina.
António Costa (Consiglio Europeo):
Ha apprezzato il comportamento misurato di Zelensky, che ha evitato di rispondere alle provocazioni di Trump, sottolineando che l’Ucraina non è sola.
Roberta Metsola (Parlamento Europeo):
Ha ribadito il messaggio che l’Ucraina ha il sostegno dei suoi alleati.
Kaja Kallas (Politica estera UE):
Ha criticato l’approccio di Trump, affermando che “il mondo libero ha bisogno di una nuova leadership” e riaffermando la determinazione dell’Europa nel supportare Kiev contro l’aggressione russa.
Pedro Sánchez (Spagna):
Ha dichiarato, in ucraino e inglese, che “l’Ucraina non è sola”.
Donald Tusk (Polonia):
Ha riaffermato il sostegno all’Ucraina, evidenziando l’importanza dell’unità europea di fronte all’aggressione russa.
Regno Unito e Canada
Regno Unito:
Il primo ministro Keir Starmer ha confermato il sostegno a Kiev, convocando un vertice d’emergenza a Londra per valutare ulteriori misure di supporto.
Canada:
Justin Trudeau ha espresso solidarietà verso Zelensky, riaffermando l’impegno del Canada a sostenere l’Ucraina contro l’invasione russa.
Russia
Dmitry Medvedev (ex presidente russo):
Ha accolto favorevolmente lo scontro, utilizzando toni duri: ha definito Zelensky un “porco insolente” che avrebbe ricevuto una “bella sberla” nello Studio Ovale.
Italia
Giorgia Meloni:
Ha avvertito che “ogni divisione dell’Occidente ci rende più deboli”, sottolineando l’importanza dell’unità tra gli alleati occidentali.
Matteo Salvini (Lega):
Ha espresso sostegno a Trump, condividendo un video dello scontro e dichiarando: “Obiettivo pace, basta con questa guerra. Forza Trump”.
Elly Schlein (Opposizione):
Ha invitato il governo italiano a esprimere solidarietà e sostegno all’Ucraina, criticando l’atteggiamento di Trump.
L’incidente del 28 febbraio ha messo in evidenza una profonda spaccatura tra gli alleati occidentali sul tema del sostegno all’Ucraina. Mentre la maggioranza dei leader europei e occidentali ha manifestato solidarietà a Zelensky e un forte impegno a favore della sovranità ucraina, alcuni esponenti politici, come alcuni sostenitori di Trump, hanno evidenziato un approccio diverso, più critico nei confronti della posizione ucraina. Questo episodio lascia interrogativi sul futuro delle relazioni tra Stati Uniti e Ucraina e sul proseguimento del supporto militare americano nella guerra contro la Russia.