Donald Trump e Vladimir Putin si parleranno nelle prossime ore. L’obiettivo? Una possibile tregua in Ucraina, un passo che potrebbe cambiare il corso del conflitto iniziato nel febbraio 2022. Ma se da una parte la parola “pace” suona come una speranza, dall’altra il prezzo da pagare per raggiungerla potrebbe essere troppo alto.
Le richieste di Mosca: una resa mascherata?
Per accettare un cessate il fuoco, Putin ha messo sul tavolo una serie di condizioni che favorirebbero ampiamente la Russia. Tra le principali richieste:
Neutralità dell’Ucraina → Kiev dovrebbe rinunciare definitivamente all’adesione alla NATO.
Riconoscimento territoriale → le regioni occupate (Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson) dovrebbero essere riconosciute come sotto il controllo russo.
Ritiro delle sanzioni → Mosca chiede la rimozione delle misure economiche imposte dall’Occidente.
Nessuna presenza NATO in Ucraina → vietata qualsiasi base militare o contingente straniero.
Autonomia per i territori occupati → anche se non formalmente annessi, dovrebbero avere legami diretti con la Russia.
Controllo delle infrastrutture strategiche → la Russia vuole garanzie su centrali nucleari e altre infrastrutture chiave.
Un pacchetto che, agli occhi dell’Ucraina e dei suoi alleati, appare più come una resa mascherata che come un vero accordo di pace.
Un’Europa divisa tra realismo e principio
L’Unione Europea si trova davanti a un bivio. Alcuni Paesi, come Francia e Germania, sono più inclini a valutare un compromesso, spinti dalla necessità di stabilizzare l’economia e di mantenere l’unità politica del continente. Altri, come Polonia e Stati Baltici, si oppongono fermamente a qualsiasi concessione a Putin, temendo che possa rappresentare un pericoloso precedente.
La Cina osserva e gioca il suo ruolo
Pechino, pur restando ai margini del conflitto, ha mantenuto rapporti stretti con la Russia e ha tentato di proporsi come mediatore. Una tregua favorevole a Mosca rafforzerebbe l’asse sino-russo e potrebbe ridurre ulteriormente l’influenza occidentale a livello globale. Un fattore da non sottovalutare.
Trump tra diplomazia e strategia elettorale
Negli USA, la guerra in Ucraina è diventata anche una questione politica interna. Donald Trump sa che una parte significativa dell’elettorato repubblicano è contraria al continuo sostegno militare a Kiev. Se riuscisse a presentarsi come l’uomo che ha fermato la guerra, guadagnerebbe consensi fondamentali in vista delle elezioni presidenziali. Ma fino a che punto è disposto a spingere per un accordo favorevole alla Russia?
E l’Ucraina? Tregua o isolamento?
Volodymyr Zelensky ha espresso forti dubbi sulla possibilità di accettare un accordo simile. Perdere territori significherebbe legittimare l’invasione russa e minare il futuro dell’Ucraina come Stato indipendente. Ma se gli alleati occidentali iniziassero a ridurre il loro supporto, Kiev potrebbe trovarsi in difficoltà.
La vera domanda è: la “pace di Putin” porterà davvero alla fine del conflitto o sarà solo una tregua strategica prima di una nuova offensiva?