Dopo il periodo estivo, costellato da proiezioni particolarmente rilevanti quali Fly me to the moon, Deadpool & Wolverine, L’invenzione di noi due (tratto dall’omonimo libro di Matteo Bussola), Il signore degli anelli – Il ritorno del Re e chi più ne ha più ne metta, le sorprese cinematografiche non finiscono; a testimonianza di ciò ricordiamo Quasi a casa, film prodotto dall’inimitabile Nanni Moretti e che funge da opera d’esordio alla regia per Carolina Pavone che, dopo due anni di studio al Centro Sperimentale di Cinematografia e dopo aver lavorato come assistente alla regia ai film dello stesso Nanni Moretti, alcuni esempi sono Mia madre, Tre piani e Il sol dell’avvenire, decide di cimentarsi nella scrittura e nella realizzazione di un’opera tutta sua.
La storia della protagonista, Caterina – una ragazza appena ventenne che si ritrova a dover capire e scegliere che posto occupare in questo mondo –, è la storia di tutti quanti noi; o perlomeno è un capitolo della storia personale di tutti noi, fatta eccezione per quei pochi eletti che sono nati con un’idea ben chiara in mente senza avere troppi dubbi o ripensamenti su cosa fare, chi diventare o che strada perseguire nella propria vita.
La storia di Caterina è quella di tutti quanti noi perché è caratterizzata dalla paura e dalla rinuncia; la paura di fare la scelta sbagliata e la rinuncia che implica la decisione stessa – poiché decidendo di perseguire e dedicarmi ad una strada, rinuncio alla sua alternativa (ammesso e non concesso che ci sia solo un’alternativa alla scelta che abbiamo fatto).
La storia di Caterina racconta ed analizza questa paura e questa rinuncia, elementi che le permettono di trovare la chiarezza necessaria dentro di sé affinché possa decidere chi essere; la decisione viene maturata: Caterina vuole diventare una musicista. Nonostante la decisione sia stata presa, la paura e l’insicurezza non l’abbandonano ed arrivano a paralizzarla, ma dopo l’incontro decisivo con il suo idolo, Mia – una cantante francese che funge quasi da testimone dell’evoluzione e della crescita della stessa Caterina, per la quale la stessa Mia è un’importante punto di riferimento che, prima o poi, le permetterà di sentirsi a casa –, le cose si sbloccano.
Il film si prospetta un vero e proprio percorso emotivo e psicologico che conduce, gradualmente, alla crescita ed alla consapevolezza interiore; permettendo, così, di rivolgersi ad un target molto ampio che va da coloro che quella scelta l’hanno presa decine di anni fa, da un lato; e a coloro che, forse, sono paralizzati dalla stessa paura iniziale di Caterina o che si ritrovano impantanati e spaesati, dall’altro.
Il fatto che un grande studioso della natura umana come Nanni Moretti abbia creduto in questo progetto e nella sensibilità della sceneggiatrice e regista, fa ben sperare ad un prodotto di elevata fattura, nella storia e nel racconto della stessa. Ma per esprimere un parere con cognizione di causa non resta che andare a vedere, ed esperire, il film; ed ora che mancano appena pochi giorni alla proiezione noi di Kreanews non riusciamo quasi più a resistere e siamo pronti psicologicamente ed emotivamente, speriamo, a vivere (o rivivere) i drammi interiori di Caterina. Tu invece? Sei pronto?
Corrado Luciano