Economia

I negozi di abbigliamento e la loro difficile sfida

Il panorama del commercio al dettaglio in Italia sta attraversando una fase di crisi, con una diminuzione significativa del numero di esercizi commerciali negli ultimi cinque anni. Secondo un’analisi condotta da Unioncamere e InfoCamere, la pandemia, i cambiamenti nelle modalità di consumo e l’incremento dei costi stanno colpendo duramente i negozi di abbigliamento in tutta la nazione.

Il saldo tra l’apertura e la chiusura di attività nel settore del commercio di abbigliamento specializzato ha registrato una contrazione di quasi l’11% tra il 2019 e il 2023. Questa tendenza ha un impatto significativo sulle imprese individuali, che rappresentano oltre la metà del settore e che hanno subito una diminuzione superiore al 12%.

Le perdite più significative si registrano nel Centro-Nord, con Lazio, Lombardia e Toscana in testa alla lista. Questi territori insieme rappresentano quasi la metà della variazione negativa registrata a livello nazionale. Anche a livello provinciale, le variazioni più importanti si verificano al Centro-Nord, con diminuzioni superiori al 20% in alcune città.

I dati Istat indicano che, rispetto a ottobre 2022, le vendite al dettaglio hanno registrato un calo in volume del 4%, con il settore dell’abbigliamento in testa alla lista dei prodotti con segno negativo. Le vendite delle imprese operanti su piccole superfici guidano le forme distributive per il quarto mese consecutivo.

Secondo l’associazione delle Camere di commercio, la marcata crescita del commercio online contribuisce a questa tendenza. Durante l’ultimo Black Friday, gli italiani hanno speso oltre due miliardi online. L’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano riporta che nel 2023 gli acquisti eCommerce B2c degli italiani valgono 54,2 miliardi di euro, in crescita del +13% rispetto al 2022.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è consapevole delle difficoltà incontrate dai piccoli negozi al dettaglio di abbigliamento. Ha recentemente assicurato a Confesercenti che “nessun colosso del web potrà mai sostituire la funzione culturale e sociale che ricoprono commercianti e artigiani”. La dichiarazione sottolinea l’importanza di preservare la vitalità delle comunità locali e la diversità offerta dai piccoli esercizi commerciali.

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