Pensionati che giocano a carte in un parco di Lisbona: questo è il ritratto di una realtà in cambiamento. «Ultimamente vedo sempre meno pensionati italiani che arrivano qui. E mi sembra normale: i prezzi sono impazziti, soprattutto quelli delle case. Considera che rispetto a 10 anni fa, quando sono arrivato io, gli affitti sono più che raddoppiati. Allora pagavo 600 euro al mese per una bella casa fronte mare, di 100 metri quadrati. Oggi la stessa casa è in affitto su Airbnb a 200-300 euro al giorno». Queste parole di Michele De Benedictis, 50 anni, milanese di San Siro, riflettono il mutamento di una tendenza una volta inarrestabile.
Siamo a mezz’ora di treno da Lisbona, in uno degli angoli più ambiti del Portogallo, dove l’acqua dolce del fiume Tago si mescola a quella salata dell’Oceano Atlantico. È sabato, fine novembre e all’ora di pranzo ci sono 17 gradi. C’è chi passeggia sul lungomare, chi gioca a beach tennis, chi addirittura si fa il bagno. Michele, proprietario della Gastronomia Italiana a Cascais, è un termometro ideale per capire come stiano andando le cose tra le migliaia di pensionati italiani che, attirati dalle agevolazioni fiscali, negli ultimi anni hanno deciso di trasferirsi in Portogallo.
La proposta di cancellare i benefici fiscali per i cosiddetti residenti non abituali, soprattutto pensionati, annunciata dal governo di Antonio Costa, ha sollevato interrogativi sul futuro di coloro che avevano scelto il Portogallo come loro nuova casa. La proposta di legge, approvata il 29 novembre, non è retroattiva, ma il suo impatto si fa già sentire. Oltre ai benefici fiscali, sono emersi altri fattori critici, tra cui i crescenti costi delle case, alimentati dalla domanda turistica e dai residenti stranieri, e la scadenza del periodo utile per usufruire del regime fiscale agevolato.
La storia inizia nel 2009 quando il Parlamento portoghese ha introdotto benefici fiscali per i cosiddetti Rnh, i residenti non abituali. Questa misura, ideata per attirare anziani benestanti e rilanciare l’economia locale, garantiva esenzione totale dalle imposte sulla pensione per i primi 10 anni dal trasferimento. Nel 2019, i nuovi pensionati in Portogallo hanno sperimentato un cambiamento con un’aliquota fiscale del 10%, comunque più favorevole rispetto alle tasse italiane, che possono arrivare al 43%.
La fine di questo regime agevolato sta spingendo molti pensionati italiani a cercare nuove destinazioni “tax-free” o “tax-friendly.” Questi nomadi fiscali, come li chiama Paola Rodi, torinese trasferitasi a Vila Real de Santo Antonio nel 2019, sono pronti a cambiare Paese per risparmiare sulle imposte. Paesi come Albania, Grecia e Slovacchia sono ora al centro delle riflessioni di coloro che cercano nuove oasi fiscali.
La consapevolezza della prossima scadenza dei 10 anni di beneficio fiscale ha scatenato una corsa contro il tempo. Maddalena Di Santo, titolare dell’agenzia “Trasferirsi in Portogallo” a Faro, rivela un aumento nella domanda di assistenza per spostare la residenza dall’Italia prima che i vantaggi si esauriscano. Mentre la sua agenzia era inizialmente concentrata su chi voleva trasferirsi in Portogallo, ora è sempre più coinvolta nel supportare coloro che cercano nuove destinazioni oltre i confini portoghesi.
Slovacchia e San Marino emergono come mete ambite, come confermato da Gianfranco Bottelli, 74 anni, residente a Portimao dal 2016. L’Ungheria, con una tassazione dello 0% sulla pensione per un tempo illimitato, è una delle opzioni che sta considerando. Tuttavia, ci sono anche coloro che, nonostante la fine del regime fiscale agevolato, intendono rimanere in Portogallo. Danilo Calatroni, milanese di 64 anni, trasferitosi a Faro nel 2020, vuole godersi ancora sei anni di regime fiscale agevolato, rimanendo affezionato al suo angolo di tranquillità vicino al mare.
Mentre alcuni pensionati considerano l’ipotesi di cambiare nuovamente residenza per motivi fiscali, altri testimoniano il loro attaccamento al Portogallo, nonostante le sfide economiche e le incertezze legate ai cambiamenti legislativi. In un contesto in evoluzione, la scelta di dove trascorrere la pensione si complica, e ogni individuo è chiamato a valutare attentamente le proprie priorità e le opportunità offerte da un panorama fiscale sempre mutevole.
Christian Palmieri