Nell’era della reputation economy, il “credito reputazionale” influisce su ogni aspetto della nostra vita. Tuttavia, con l’avvento dell’intelligenza artificiale, la gestione di questa reputazione è diventata più complessa. Dalle decisioni finanziarie al recruitment, l’IA introduce nuovi bias e sfide, rendendo cruciale un monitoraggio attento e proattivo della propria immagine online.
Il peso della web reputation sulla nostra vita quotidiana
Nell’epoca della reputation economy, ognuno di noi agisce nella società in base al “credito reputazionale” di cui dispone. Questo credito viene utilizzato per decidere se siamo degni di fiducia e credibilità in ogni sfera: professionale, finanziaria, di business, relazionale e molte altre. Le banche analizzano la web reputation prima di decidere se concedere l’apertura di un conto, un prestito e fare affari con un soggetto giuridico o una persona fisica. Più del 44% dei selezionatori decide di non chiamare a colloquio un candidato per le informazioni presenti online su Google e social media (Ricerca Adecco 2019). Oltre l’80 % dei consumatori consulta internet per raccogliere info su un prodotto o servizio prima di acquistare e più dell’85% considera una recensione online come un consiglio di un amico indipendentemente se sia vera o no, e se negativa, causando un danno sul business pari alla perdita dai 9 ai 15 clienti potenziali ogni giorno.
Cosa cambia con l’avvento dell’intelligenza artificiale
Per molti anni, le persone hanno preso decisioni informate attraverso ricerche online su motori di ricerca e social media, affidandosi notevolmente agli algoritmi di queste piattaforme. Tuttavia, essi hanno sempre mantenuto un ruolo attivo nella ricerca e selezione delle informazioni.
Con l’avvento dell’intelligenza artificiale (IA), questo processo è destinato a cambiare radicalmente. L’IA assumerà un ruolo sempre più centrale, non solo nell’analisi delle fonti informative, ma anche nel determinare le scelte attraverso la selezione delle informazioni più rilevanti. Ad esempio, oggi circa il 70% degli utenti di Netflix lascia che l’algoritmo suggerisca cosa guardare successivamente, dimostrando quanto si sia inclini a fidarsi delle decisioni automatizzate.
Tuttavia, i bias cognitivi che influenzano le nostre decisioni, si intrecceranno inevitabilmente con i bias intrinseci delle intelligenze artificiali. Un caso emblematico è Gemini che ha suggerito colla sulla pizza, dimostrando che gli algoritmi non sono infallibili e che la partecipazione attiva dell’essere umano è ancora importantissima.
Le sfide della web reputation con l’IA
Gli errori dell’IA, seppur isolati, destano preoccupazioni riguardo alla crescente autorevolezza attribuita alla tecnologia. Un esempio analogo si verificò durante la presentazione di Bard, la versione iniziale di Gemini, quando il chatbot commise un errore riguardante il telescopio spaziale James Webb, causando una perdita del 7% nel valore di borsa per Google.
Questi episodi sollevano questioni controverse, tra cui monopolio, concorrenza, discriminazione e l’eccessiva dipendenza da questi sistemi per le decisioni quotidiane. La reputazione online è preziosa e delicata, ma il rischio è che non sarà più filtrata solo dal cervello umano, ma anche dal giudizio artificiale influenzato da bias e possibili allucinazioni. Ciò potrebbe distorcere la realtà percepita, rendendoci più manipolabili.
Come proteggere la propria web reputation
Per evitare di diventare vittime di queste distorsioni, è essenziale sviluppare una mentalità critica e utilizzare strumenti disponibili per distinguere il vero dal falso. Alcuni metodi includono la verifica delle fonti, l’analisi dei dettagli, l’utilizzo di strumenti di verifica e la consultazione di esperti. La capacità di discernere tra diverse tipologie di informazioni è cruciale per mantenere un giudizio equilibrato.
AI: distinguere il vero dal verosimile nella reputation economy
Con l’avvento dell’intelligenza artificiale, il fenomeno dei contenuti falsi ha raggiunto nuove vette di sofisticazione. La capacità dell’IA di creare deepfake ha trasformato radicalmente il panorama delle informazioni, complicando ulteriormente il compito di fare scelte corrette. I deepfake possono riprodurre fedelmente sembianze e voci di persone reali, creando video o registrazioni audio che sembrano autentici ma sono falsi.
Un esempio è la truffa basata su un deepfake vocale nel 2019 che ha portato a una perdita di $243,000 per una compagnia energetica britannica. Distinguere un video falso da uno vero diventa sempre più difficile con l’avanzare della tecnologia AI. Metodi per riconoscere un deepfake includono la verifica delle fonti, l’analisi dei dettagli, l’utilizzo di strumenti di verifica e la consultazione di esperti.
Metodi di ricerca online: essere umano vs intelligenza artificiale
Nel panorama moderno, ci sono due metodi principali per fare ricerche online: navigare personalmente su motori di ricerca e social media, o delegare completamente la ricerca e selezione delle fonti all’IA. Quando un individuo decide di cercare informazioni personalmente, segue vari step, mantenendo il controllo su quali informazioni considera affidabili e pertinenti. Delegare la ricerca all’IA, invece, comporta che l’utente non conosce la provenienza delle informazioni e quanto siano autorevoli o affidabili, creando un doppio strato di interpretazione della realtà.
Il rischio di essere manipolati a nostra insaputa
Delegare completamente la ricerca all’IA può rendere la percezione della realtà ancora più distorta e manipolabile, poiché incorpora sia i bias algoritmici dell’IA sia quelli umani. Questo ci rende più vulnerabili alla manipolazione, riducendo la nostra capacità di prendere decisioni informate e consapevoli. In un mondo in cui la reputation economy gioca un ruolo cruciale, è fondamentale mantenere un ruolo attivo nel processo di ricerca e valutazione delle informazioni.
La protezione della nostra reputazione online è essenziale nell’era dell’IA. È necessario un approccio proattivo per monitorare, verificare e gestire le informazioni che ci riguardano. Questo include l’uso di tecniche di pulizia digitale, la creazione di contenuti positivi e la verifica dei database reputazionali. Solo attraverso un controllo attivo possiamo evitare di cadere vittime di manipolazioni e disinformazioni, mantenendo intatta la nostra credibilità e fiducia in un mondo sempre più digitale.
Marta Pennacchio