Il Salotto di Kreanews

Lello Esposito: la simbologia di Napoli tra Pulcinella e San Gennaro

Nel Salotto di Kreanews, condotto da Francesco Russo, l’artista Lello Esposito ha ripercorso le tappe principali della sua carriera e il profondo legame con i simboli che rendono Napoli unica al mondo. Dal primo burattino di Pulcinella fino alle sculture monumentali, Esposito ha narrato il viaggio di un bambino che, innamorato del teatro popolare napoletano, è divenuto uno dei più rappresentativi interpreti dell’identità partenopea.

Come è iniziato il tuo rapporto viscerale con Napoli e la sua tradizione artistica?
«Nasce da bambino, quando ho scoperto Pulcinella. I primi burattini, i teatrini di strada, il fascino delle viscere di una città che mi ha spinto a studiare i simboli. Nel tempo, ho sentito di dover scendere sempre più in profondità, per cercare l’identità di Napoli: Pulcinella, San Gennaro, il Vesuvio, l’Uovo… Sono segni che hanno accompagnato la mia crescita personale e artistica.»

Che cosa ti ha colpito tanto di Pulcinella da diventare il tuo simbolo più noto?
«È un contenitore universale. Da ragazzo, gli infilavo la mano per animarlo come un burattino, poi, mentre io crescevo, Pulcinella cresceva con me. Ho trasferito in lui tutte le esperienze, le emozioni, i richiami teatrali e letterari, e alla fine, da piccolo pupazzo, è diventato soggetto di grandi sculture. Pulcinella incarna lo spirito napoletano, la nostra ironia, ma anche la nostra malinconia.»

Nel tuo percorso, hai incontrato artisti del calibro di Massimo Troisi e Sylvester Stallone. Come vivi questi incontri con personalità così diverse?
«Sono momenti brevi, spesso intensi. Con Massimo passai un’intera nottata nel mio laboratorio di Salita Arenella, parlando della nostra città, delle maschere, dei burattini. Con Sylvester Stallone a Los Angeles fu un’occasione per portare la mia maschera di Pulcinella oltreoceano, in un festival del cinema. Ogni incontro mi arricchisce, soprattutto perché mi accorgo di come il simbolo napoletano sia riconosciuto e amato anche oltre i confini dell’Italia.»

Hai creato sculture monumentali, come la famosa “maschera di Pulcinella” sul Vesuvio. Cosa significa lavorare su queste dimensioni?
«Significa trovare una sintonia tra la potenza della natura e la potenza dell’arte. Il Vesuvio è un simbolo di esplosione, di energia che sgorga dalle viscere della terra. Per realizzare quella maschera, ho usato l’ultimo grande masso di pietra vulcanica ancora disponibile. È stato un processo complesso, ma che racconta la forza della città, la sua cultura millenaria e la volontà di proiettarsi nel futuro.»

Tra i tuoi lavori più recenti ricordiamo le luminarie d’artista a Chiaia. Come è nata questa idea?
«Nasce dal desiderio di dare un segno di luce alla città. Ho pensato: perché non usare i simboli di Pulcinella, del corno, di San Gennaro come elementi illuminati nel periodo natalizio? Volevo regalare a Napoli una forma di festosità che fosse anche arte, un’esperienza collettiva. L’ho fatto gratuitamente per dimostrare che la cultura può essere un dono. Spero si torni a investire su progetti simili, coinvolgendo anche altri artisti.»

Che rapporto hai con i social media e con la diffusione delle tue opere attraverso di essi?
«In realtà pubblico poco in prima persona, preferisco che siano gli altri a farlo. Mi piace la spontaneità di chi fotografa le mie sculture e le condivide. Certo, bisogna stare attenti al rispetto dei diritti d’autore e all’uso non autorizzato delle immagini. Ma sapere che le mie maschere vivono anche nel mondo virtuale, così come in quello reale, mi emoziona. L’importante è mantenere un’etica nella fruizione dell’arte.»

In un’epoca di proteste, talvolta anche violente, qual è la tua idea di cultura e rispetto delle opere d’arte?
«La cultura è qualcosa di collettivo e andrebbe tutelata. Protestare è un diritto, ma non possiamo permettere che si deturpi il patrimonio artistico. È un patrimonio di tutti, frutto di secoli di lavoro e passione. Le mie maschere, così come le opere di tanti altri artisti, rappresentano un dono per la collettività. Il rispetto reciproco dovrebbe essere il primo principio in una società civile.»

Cosa dobbiamo aspettarci dal “domani” di Lello Esposito?
«Continuerò a “metamorfizzare” i simboli di Napoli: un Pulcinella che cresce, un corno che cambia forma, un San Gennaro che si rinnova. Sono simboli che evolvono con la mia vita e con la città. Chissà, forse una maschera gigante ancor più grande, o progetti di luce ancora più elaborati. A me piace esplorare nuove dimensioni, cercare incontri con nuove culture, mantenendo però intatto il legame con l’identità napoletana.»

Intervista realizzata da Francesco Russo per Il Salotto di Kreanews.
Rivivete la puntata completa su YouTube e lasciatevi conquistare dalla poetica, dalla creatività e dalla visionarietà di Lello Esposito, che porta Napoli e i suoi simboli nel mondo.

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