Il Salotto di Kreanews

Tiziana D’Angelo: una guida appassionata per Paestum e Velia

Nel Salotto di Kreanews abbiamo avuto il piacere di ospitare Tiziana D’Angelo, direttrice del Parco Archeologico di Pestum e Velia, due siti patrimonio UNESCO di straordinaria importanza. Archeologa di formazione internazionale, D’Angelo si è formata tra Stati Uniti e Inghilterra, tornando in Italia per dirigere questi luoghi simbolo della Magna Grecia. Con la sua visione, sta valorizzando il territorio, integrando ricerca, tutela, fruizione culturale e innovazione.

Come è iniziato il tuo percorso nel mondo dell’archeologia e dell’arte antica?
«Il mio avvicinamento è stato graduale, ma un momento decisivo l’ho vissuto a Siracusa: seduta nel teatro antico, assistendo a una rappresentazione dell’Edipo Re, ho compreso che il mio interesse per il mondo antico doveva trovare forma nella sua materialità. Da lì ho deciso che sarei diventata un’archeologa, mi sono formata in Italia e all’estero, tra Stati Uniti e Inghilterra, per poi tornare nel mio Paese.»

Dirigere due parchi archeologici così importanti è una grande responsabilità. Come vivi questo incarico?
«È una responsabilità enorme, ma anche un’opportunità straordinaria. Dopo anni di duro lavoro e tanta passione, trovarmi a dirigere Pestum e Velia è come coronare un sogno. Pestum e Velia hanno storie parallele, entrambe colonie magnogreche poi romanizzate, entrambe siti UNESCO. Il mio compito è proteggerli, studiarli, ma soprattutto renderli accessibili e coinvolgenti per il pubblico.»

Pestum è nota per i suoi templi dorici. Cosa si sta facendo per valorizzare anche altri aspetti della città antica?
«Pestum non è solo templi. Stiamo realizzando un imponente progetto di riallestimento del Museo Archeologico Nazionale. Abbiamo recentemente aperto la nuova sezione romana per raccontare la città anche dopo l’età greca, mostrando ambienti privati, mosaici, elementi meno noti. L’obiettivo è narrare Pestum a 360°, dalla fondazione alla tarda età antica, offrendo un’esperienza più ricca e completa.»

E Velia? Come sta cambiando la percezione di questo sito finora considerato “minore”?
«Velia non è un sito minore. Fondata da profughi dell’Asia Minore, culla del pensiero filosofico di Parmenide e Zenone, ha un valore storico-culturale straordinario. Divenuto autonomo solo nel 2020, abbiamo avviato campagne di scavo, restauri, progetti di monitoraggio e una mostra diffusa “Elea La Rinascita”. Stiamo lavorando alla creazione di un museo dedicato a Velia per restituirle la dignità che merita e renderla più fruibile ai visitatori.»

Gli scavi archeologici sono fondamentali per capire meglio il passato. Quali novità stanno emergendo?
«A Pestum abbiamo rinvenuto un santuario con due templi, uno arcaico e uno più recente, che ci consentono di comprendere meglio l’origine della colonia e di riscrivere alcuni capitoli della sua storia. A Velia, gli scavi sull’acropoli hanno portato alla luce un edificio sacro dei primi decenni della colonia. Questi dati nuovi arricchiscono la ricerca e ci permettono di raccontare al pubblico un passato in continuo divenire.»

Non solo archeologia ma anche natura. Come integrate l’aspetto naturale con quello storico?
«Pestum e Velia si trovano nel Parco Nazionale del Cilento, sono luoghi in cui cultura e natura si fondono. A Velia, per esempio, abbiamo avviato la raccolta delle olive dai nostri ulivi millenari, producendo il nostro olio denominato “ulos”. Così valorizziamo non solo i monumenti, ma anche il paesaggio e i prodotti della terra, creando esperienze che legano archeologia, territorio e gastronomia.»

Avete anche progetti internazionali, come la mostra di Leiden. Di cosa si tratta?
«A Leiden abbiamo presentato la mostra “Pestum città delle dee”, un progetto di collaborazione con il Museo Nazionale di Antichità. Non siamo stati semplici prestatori di opere, ma veri partner scientifici. Abbiamo inviato reperti dai nostri depositi, mostrando che il patrimonio non si esaurisce nelle sale del museo, ma è immenso. Questa cooperazione ha anche un forte valore diplomatico e di dialogo tra le culture.»

Cosa vorresti comunicare al pubblico che visita Pestum e Velia?
«Vorrei che i visitatori non fossero semplici spettatori, ma partecipi di un processo di scoperta. Il passato non è fisso e immutabile: si trasforma grazie alle ricerche, agli scavi, alle nuove interpretazioni. Ogni mostra, ogni nuovo allestimento, ogni restauro è un tassello di un dialogo infinito tra presente e passato. Venite a scoprire, ad apprezzare, a lasciarvi ispirare da questi luoghi che appartengono a tutti noi.»

Intervista realizzata da Michele Chianese per Il Salotto di Kreanews.
Rivivete la puntata completa su YouTube e lasciatevi affascinare dalla passione, dall’impegno e dalla visione di Tiziana D’Angelo.

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