Nel mondo del lavoro del 2022, le aziende hanno dovuto fare i conti con una tendenza emergente: il Quiet Quitting, un fenomeno caratterizzato dall’abbandono silenzioso dei dipendenti che optano per svolgere solo le attività minime necessarie, mantenendosi all’interno degli orari lavorativi stabiliti, per garantirsi lo stipendio e evitare il licenziamento.
Secondo il report “State of the global workplace 2022” di Gallup, solo il 14% dei dipendenti in Europa si sente veramente coinvolto nel proprio lavoro, con il rapporto con il capo che gioca un ruolo cruciale in questa percezione. Sempre secondo lo stesso sondaggio, i lavoratori stanno rivalutando la loro dedizione totale all’azienda, mettendo al centro la loro persona, relazioni e benessere. Un altro studio di Bcg e The Network, intitolato “What Job Seekers Wish Employers Knew,” ha rivelato che uno stipendio più elevato non è più sufficiente a giustificare un cambio di lavoro. Invece, i lavoratori cercano di bilanciare il lavoro con la costruzione della propria sfera privata e opportunità di carriera a lungo termine.
L’emergere del Quiet Quitting e il suo impatto sulle aziende
Il Quiet Quitting è un fenomeno diverso dalla Great Resignation. Mentre quest’ultima è stata caratterizzata dalla riscoperta del tempo libero e da nuove esigenze e consapevolezze post-pandemiche, il Quiet Quitting è spesso il risultato dell’incapacità dei manager di valorizzare il capitale umano, costruire relazioni autentiche con i dipendenti e ascoltare i loro bisogni individuali.
La psicologa clinica e leader Pillar Mentale di Fitprime, Alisia Galli, descrive la relazione tra i lavoratori e il lavoro come “tossica in amore,” dove molte persone si sentono stanche e avviliate a causa di vari fattori, tra cui la retribuzione, mancati successi, avanzamenti di carriera posticipati e mancanza di riconoscimenti. La cultura della “hustle,” nata negli Stati Uniti ma ormai diffusa anche in Europa, ha spinto molte persone verso il rischio di esaurimento nervoso.
Tuttavia, va sottolineato che il Quiet Quitting non significa evitare totalmente il lavoro. Al contrario, si tratta di lavorare in modo diligente, rispettando i tempi e i modi stabiliti dal contratto, senza straordinari o responsabilità aggiuntive. Le persone che scelgono questa via si concentrano sulla loro vita privata al di fuori dell’orario di lavoro, dedicandosi alla famiglia, agli amici e agli hobby. Questa tendenza è particolarmente pronunciata tra i membri della Generazione Z, e le aziende devono tenere conto di questo aspetto per attrarre e trattenere i migliori talenti nel futuro.
Le esigenze dei lavoratori nel 2023
La pandemia ha accentuato alcune tendenze, tra cui la richiesta crescente di flessibilità nel lavoro. Le persone di tutte le età hanno capito l’importanza di trovare un equilibrio tra lavoro e vita personale, e i rapporti con i capi sono diventati un punto critico per l’engagement dei dipendenti. In un contesto di scarsità di personale, le aziende devono abbracciare nuovi modelli organizzativi che favoriscano l’efficienza, gli obiettivi e la responsabilità, con il supporto dello smart working, del lavoro ibrido o di settimane lavorative più corte.
Attraendo e trattenendo i talenti del futuro
Per affrontare il Quiet Quitting, le aziende devono creare una cultura aziendale centrata sul benessere dei dipendenti, incoraggiando la pratica dell’autocura e il prendersi del tempo per sé stessi. In questo contesto, le startup con focus sulle risorse umane stanno giocando un ruolo cruciale.
Gli assessment game, come il gioco WorkDown sviluppato dalla startup italiana Game2Value, possono essere utilizzati per valutare il livello di stress personale e il rischio di burnout. Introdurre nel welfare agevolazioni per lo sport, la nutrizione e la salute psicologica, con l’aiuto di aziende come Fitprime, permette di mantenere o raggiungere un benessere psico-fisico adeguato. Inoltre, gli analytics HR sono strumenti utili per comprendere le esigenze dei dipendenti e definire percorsi di carriera personalizzati, contribuendo a migliorare l’engagement e l’efficacia del personale.
Conclusione
Il fenomeno del Quiet Quitting è un segnale importante che le aziende non possono ignorare. Ascoltare le esigenze emergenti dei dipendenti e agire di conseguenza permetterà alle aziende di avere un ambiente di lavoro più sereno, motivante e produttivo. L’equilibrio tra vita professionale e privata è diventato un aspetto cruciale nella scelta di un lavoro e nel coinvolgimento dei dipendenti. Pertanto, adottare strategie e politiche aziendali orientate al benessere dei lavoratori è fondamentale per affrontare questa rivoluzione silenziosa nel mondo del lavoro.
Marta Pennacchio