La prima azienda italiana nella classifica stilata da Forbes e Statista è Generali, che occupa il nono posto. Le altre si trovano più in basso: Enel al 123° posto, Eni al 196°. Al vertice della classifica si posizionano gli alberghi Hilton.
Negli ultimi anni, le donne hanno compiuto notevoli progressi nel mondo del lavoro. Secondo un’analisi di S&P Global Sustainable1, a livello globale il 25% delle posizioni di senior management è ora occupato da donne, rispetto al 21% di tre anni fa. Tuttavia, c’è ancora molto da fare affinché le donne possano avere le stesse opportunità di carriera e crescita degli uomini, soprattutto in Paesi come l’Italia, che presenta una delle maggiori disparità di genere nel mondo del lavoro in Europa.
Per molte aziende a livello globale, garantire il benessere delle proprie dipendenti è diventato un obiettivo primario, al pari delle strategie di business. In quest’ottica, Forbes ha collaborato con alcune società di ricerca e con Statista, intervistando circa 100.000 donne in 37 Paesi per elaborare una lista delle migliori aziende per le donne nel 2024. I parametri considerati includono l’attenzione del management alle possibili discriminazioni, la riduzione del divario salariale di genere e le pari opportunità nei percorsi di carriera.
Il podio secondo Forbes
È importante notare che le società prese in considerazione sono per lo più multinazionali, poiché uno dei criteri del sondaggio richiedeva che operassero in almeno due delle sei regioni continentali del mondo (Africa, Asia, Europa, America Latina e Caraibi, Nord America e Oceania). Dalla ricerca è emerso un elenco di 400 aziende considerate le migliori per le donne nel 2024.
Al primo posto si trova Hilton Worldwide Holdings, multinazionale del settore alberghiero con sede a Tysons, in Virginia. Con 22 marchi, a dicembre 2023 contava 7.530 hotel per una capacità totale di 1.182.937 stanze in 126 Paesi. Hilton ha superato Maif, la capolista dello scorso anno ora al secondo posto, una compagnia di assicurazioni francese fondata nel 1934 con sede a Niort. In terza posizione si trova la tedesca Douglas, catena multinazionale nel settore della profumeria e della cosmetica.
Le sette aziende italiane
Tra le 400 aziende in classifica, sette sono italiane, un aumento rispetto alle quattro del 2023. La prima è il gruppo Generali, che si posiziona al nono posto, in salita rispetto al 22° dell’anno precedente. Generali è una compagnia di assicurazioni, prima in Italia e terza in Europa per fatturato (dopo Allianz e Axa), con circa 82.000 dipendenti e operazioni in Europa, Nord America ed Estremo Oriente.
Per trovare la successiva azienda italiana, bisogna scendere al 123° posto con Enel, uno dei principali operatori globali nei settori dell’energia elettrica e del gas, che scende rispetto al 114° posto del 2023. Al 196° posto si trova Eni, multinazionale fondata dallo Stato italiano nel 1953, attiva nei settori del petrolio, gas naturale, chimica, biochimica e produzione di energia elettrica da fonti fossili e rinnovabili.
In rapporto all’Europa
Ferrero, multinazionale italiana con sede in Lussemburgo specializzata in prodotti dolciari, si posiziona al 224° posto. Al 286° posto c’è Amplifon, azienda italiana fondata a Milano nel 1950 che si occupa di apparecchi acustici e prodotti correlati. Successivamente, al 318° posto, si trova Menarini Group, società farmaceutica fondata nel 1886 che opera nella ricerca, produzione e commercializzazione di farmaci e prodotti diagnostici. L’ultima italiana in classifica è Edizione, holding finanziaria controllata dalla famiglia Benetton, al 365° posto, che gestisce un vasto portafoglio di attività che vanno dalle infrastrutture di trasporto all’abbigliamento, dalla ristorazione veloce alle infrastrutture digitali, fino al settore immobiliare e agricolo.
Il numero relativamente esiguo di aziende italiane in classifica è notevole se confrontato con altri Paesi europei: la Francia ne conta 39, mentre la Germania addirittura 41. Questo dato evidenzia come l’Italia abbia ancora strada da fare per colmare il divario di genere nel mondo del lavoro e promuovere maggiormente le opportunità per le donne all’interno delle aziende.
Marta Pennacchio