Con grande entusiasmo e speranza, la comunità scientifica sta seguendo l’avvio di una sperimentazione su un vaccino a mRNA contro il tumore al polmone non a piccole cellule, una delle principali cause di mortalità nei paesi industrializzati. Questo vaccino, chiamato BNT116, utilizza una tecnologia simile a quella dei vaccini contro il Covid-19, originariamente sviluppata per la ricerca oncologica. Se i risultati di questo trial di fase 1, avviato in sette Paesi e destinato a valutare la sicurezza e tollerabilità della soluzione, dovessero confermare le attese, potremmo trovarci di fronte a una svolta rivoluzionaria nel trattamento di questa malattia.
Il BNT116 è progettato per indurre una risposta immunitaria potente e precisa, capace di prevenire anche le recidive del tumore. Sebbene i primi dati, pubblicati sul *Journal for ImmunoTherapy of Cancer*, siano promettenti, è necessario ricordare che i tempi della ricerca possono essere lunghi e che i risultati definitivi non arriveranno prima di gennaio 2026. Questo vaccino terapeutico viene somministrato dopo la diagnosi di tumore e mira a educare il sistema immunitario a riconoscere e combattere sei diversi marcatori tumorali, comuni alla maggior parte dei pazienti, nonostante le variazioni individuali della malattia.
La sperimentazione coinvolge 34 centri di ricerca in sette Paesi: Regno Unito, Stati Uniti, Germania, Ungheria, Polonia, Spagna e Turchia. In totale, circa 130 pazienti con malattia in fase iniziale, avanzata, metastatica o recidivante saranno arruolati nello studio. Uno dei principali problemi del tumore al polmone non a piccole cellule è infatti la sua elevata tendenza a ripresentarsi, anche dopo trattamenti e interventi chirurgici.
Tra i partecipanti c’è Janusz Racz, un ricercatore esperto in intelligenza artificiale di 67 anni, residente a Londra. Dopo aver ricevuto la diagnosi lo scorso maggio, ha deciso di prendere parte alla sperimentazione, vedendo nella sua partecipazione non solo un’opportunità per contribuire al progresso scientifico, ma anche un modo per aiutare altre persone in futuro.
Sebbene sia fondamentale mantenere un sano realismo sui tempi e i risultati della ricerca, l’inizio di questa sperimentazione rappresenta una luce di speranza per il futuro del trattamento del tumore al polmone non a piccole cellule.