Il Decreto Coesione ha introdotto tre nuovi sgravi fiscali per incentivare le assunzioni, validi dal 1° settembre 2024 al 31 dicembre 2025, con l’intento di promuovere l’occupazione giovanile, sostenere le pari opportunità e favorire lo sviluppo nelle zone economicamente svantaggiate.
Il primo sgravio è destinato ai datori di lavoro privati che assumono giovani sotto i 35 anni con contratti a tempo indeterminato o trasformano contratti a termine in indeterminati. Questi giovani non devono aver mai avuto un contratto a tempo indeterminato. L’esonero contributivo è totale per un massimo di 24 mesi, con un limite mensile di 500 euro, che sale a 650 euro per le assunzioni nelle regioni del Sud Italia. Sono esclusi i rapporti di lavoro domestico e quelli di apprendistato non confermati.
Il secondo sgravio riguarda i datori di lavoro che assumono donne disoccupate da almeno 24 mesi, o da almeno 6 mesi se residenti nelle regioni meridionali. Anche in questo caso, l’esonero contributivo è totale, con un limite massimo di 650 euro al mese per un periodo di 24 mesi. Questo sgravio non è cumulabile con altri esoneri o riduzioni contributive vigenti.
Il terzo sgravio è riservato ai datori di lavoro che operano nelle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno e assumono personale non dirigenziale con contratti a tempo indeterminato. Questo beneficio è destinato a datori di lavoro con meno di 10 dipendenti che assumono persone sopra i 35 anni disoccupate da almeno 24 mesi. L’esonero è totale per un massimo di 24 mesi, con un limite mensile di 650 euro.
Il finanziamento dei tre nuovi sgravi fiscali previsti dal Decreto Coesione sarà assicurato principalmente attraverso il Programma Nazionale Giovani, Donne e Lavoro 2021-2027. Questo programma prevede fondi specifici per incentivare l’occupazione in diverse categorie, in linea con gli obiettivi del decreto. Per il bonus destinato alle assunzioni di giovani sotto i 35 anni, sono stati stanziati 34,4 milioni di euro per il 2024, 458,3 milioni per il 2025, 682,5 milioni per il 2026 e 254,1 milioni per il 2027.
Oltre a queste risorse, il decreto prevede anche l’utilizzo di fondi destinati alle Zone Economiche Speciali (ZES) del Mezzogiorno per incentivare l’occupazione in queste aree. Il governo intende inoltre attuare questi sgravi attraverso una gestione coordinata con l’INPS, che sarà responsabile delle procedure e della distribuzione degli incentivi.
Questi incentivi mirano a creare opportunità lavorative stabili e a stimolare la crescita economica nelle aree più svantaggiate del Paese.