Alex Reben, il primo artista residente di OpenAI, ha utilizzato il suo programma di residenza per esplorare i confini dell’arte generata dall’intelligenza artificiale. Durante la sua permanenza, ha sviluppato opere che mettono in discussione il concetto tradizionale di creatività, alternando il ruolo di autore umano e macchina. Reben ha creato arte basandosi su testi generati da GPT-3, descrizioni visualizzate da DALL-E e sculture materializzate tramite robot, per poi rifinirle con il tocco umano.
Progetti significativi
The Plungers
Questa installazione è nata da una descrizione fornita da GPT-3. L’artista ha selezionato tra migliaia di output quelli che rispecchiavano la sua visione e li ha trasformati in opere fisiche. Questo processo evidenzia il dialogo continuo tra intelligenza artificiale e sensibilità umana.
Ear We Go Again
Reben ha ideato una scultura in marmo basandosi su descrizioni generate da GPT-3 e visualizzate da DALL-E. La sua creazione ha richiesto il coinvolgimento di artisti 3D e scultori umani, dimostrando come l’IA possa avviare un processo artistico che richiede comunque intervento umano per i dettagli finali.
Reben considera la tecnologia come un’estensione della creatività umana, paragonando la rivoluzione dell’IA a quella della fotografia. Proprio come la fotografia ha democratizzato l’arte visiva, l’IA potrebbe ampliare le possibilità espressive, senza necessariamente ridurre il valore del lavoro artistico.
Tra le questioni sollevate dal suo lavoro ci sono il valore critico ed economico dell’arte generativa, nonché le preoccupazioni su un possibile “eccesso di immagini”. Tuttavia, Reben crede che il vero valore risieda nella capacità degli artisti di distinguersi creando qualcosa di originale e significativo anche in un panorama affollato di contenuti.
Questo programma ha permesso a OpenAI di esplorare le applicazioni creative dei suoi modelli, fornendo spunti per il futuro della tecnologia nel campo dell’arte. Reben, con il suo lavoro, ha mostrato che l’IA non sostituisce la creatività umana, ma la potenzia, aprendo nuove strade per l’innovazione artistica.