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Londra e la battaglia per il congedo di paternità: una sfida europea

In una campagna visiva che ha catturato l’attenzione di molti, diverse statue maschili a Londra – tra cui quelle dell’ingegnere Isambard Kingdom Brunel e degli attori Laurence Olivier e Gene Kelly – sono state adornate con bambole di neonati legati simbolicamente. Questo gesto, orchestrato dal gruppo di attivisti londinesi “Dad Shift, ha l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sull’importanza di migliorare il congedo di paternità nel Regno Unito.

Il Regno Unito attualmente offre ai padri solo due settimane di congedo di paternità retribuite a un livello basso (184 sterline a settimana), rendendo difficile per molti padri godere di questo beneficio senza incorrere in problemi economici. Secondo il gruppo “Dad Shift”, questa situazione rappresenta uno dei peggiori regimi di congedo di paternità in Europa, e molti padri britannici non possono permettersi di prendere nemmeno le due settimane di congedo previste.

Nella loro lettera al primo ministro Keir Starmer, gli attivisti hanno chiesto un incontro per discutere possibili miglioramenti, sostenendo che un congedo di paternità più lungo e meglio retribuito sarebbe vantaggioso non solo per i padri, ma anche per le madri, i neonati e la società nel suo complesso. In Paesi che offrono almeno sei settimane di congedo di paternità, infatti, si osserva una riduzione del divario salariale di genere e una maggiore partecipazione delle donne alla forza lavoro.

In Europa, molti Paesi sono all’avanguardia in termini di congedo di paternità. In Spagna, ad esempio, i padri hanno diritto a 16 settimane di congedo retribuito, pari a quello delle madri, senza alcuna distinzione di genere. In Svezia, i genitori possono condividere fino a 240 giorni di congedo retribuito, con una politica che permette a genitori biologici, adottivi e LGBT+ di accedere agli stessi diritti. Anche in Norvegia e Francia esistono politiche di congedo parentale che incoraggiano una partecipazione più equa dei padri nella crescita dei figli.

In confronto, il Regno Unito appare notevolmente arretrato. Questo ha spinto il gruppo “Dad Shift” a evidenziare come un miglioramento del congedo di paternità non solo sarebbe un passo avanti per la parità di genere, ma potrebbe anche stimolare la crescita economica e il benessere delle famiglie.

Anche in Italia, sebbene il congedo di paternità sia stato ampliato negli ultimi anni, rimane al di sotto degli standard di molti Paesi europei. Attualmente, i padri italiani hanno diritto a **10 giorni di congedo di paternità obbligatorio**, retribuito al 100%, da utilizzare nei primi cinque mesi dalla nascita del figlio. Questo rappresenta un miglioramento rispetto al passato, ma è ancora lontano dalle politiche adottate in Spagna o Svezia.

Molti attivisti in Italia, così come nel Regno Unito, chiedono un ulteriore allineamento con i migliori esempi europei, dove il congedo parentale è visto non solo come un diritto individuale, ma anche come un mezzo per promuovere l’uguaglianza di genere e il benessere familiare a lungo termine.

La campagna di Londra mette in luce una questione che sta guadagnando sempre più importanza in tutto il mondo: il ruolo dei padri nella cura dei figli e il loro diritto a un congedo adeguato. Paesi come la **Svezia**, che hanno adottato congedi parentali estesi e flessibili, mostrano che politiche più inclusive non solo rafforzano i legami familiari, ma promuovono anche una maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro e una riduzione del divario salariale di genere.

In questo contesto, la battaglia del gruppo “Dad Shift” per migliorare il congedo di paternità nel Regno Unito non è solo una questione locale, ma fa parte di una discussione più ampia su come le società moderne possano supportare le famiglie e creare un futuro più equo per tutti i genitori.

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