Il procuratore della Corte penale internazionale (CPI) Karim Khan ha chiesto il 20 maggio mandati d’arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e per tre leader di Hamas sospettati di crimini contro l’umanità.
Khan ha dichiarato in un comunicato di aver chiesto mandati d’arresto per Netanyahu e per il ministro della difesa Yoav Gallant, accusati di “aver deliberatamente ridotto alla fame i civili palestinesi”, di “omicidio volontario” e di “sterminio”.
“I crimini contro l’umanità descritti nella richiesta fanno parte di un’offensiva sistematica contro gli abitanti della Striscia di Gaza”, ha aggiunto Khan, riferendosi ai mandati d’arresto per Netanyahu e Gallant.
Le accuse contro i leader di Hamas, tra cui Yahya Sinwar, comprendono “sterminio”, “presa di ostaggi” e “stupro e altre forme di violenza sessuale”.
Nel frattempo, il 20 maggio l’esercito israeliano ha intensificato la sua operazione di terra nella Striscia di Gaza, specialmente nella zona orientale di Rafah, la grande città al confine con l’Egitto, affermando di voler “completare la distruzione di Hamas”.
Ricevendo a Tel Aviv il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense Jake Sullivan, il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato, nonostante l’opposizione di gran parte della comunità internazionale, che “Israele ha il dovere di condurre un’operazione di terra a Rafah, distruggere Hamas e riportare a casa gli ostaggi”. Sullivan ha consigliato Netanyahu ad accompagnare le operazioni militari con una “strategia politica” per il futuro della Striscia di Gaza.