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Mattarella e la reazione russa: le parole, gli attacchi informatici e il silenzio italiano

Il 5 febbraio 2025, il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, durante una lectio magistralis all’Università di Marsiglia, ha paragonato l’aggressione russa in Ucraina ai progetti del Terzo Reich in Europa. Le sue dichiarazioni, seppur effettuate con l’intento di analizzare l’attuale conflitto sotto una prospettiva storica, hanno sollevato forti reazioni da parte di Mosca, che ha definito le affermazioni di Mattarella “invenzioni blasfeme” e “offensive”.

Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri russo, ha dichiarato che tali parole erano una distorsione della realtà, accusando l’Italia di non dimenticare il proprio passato fascista. In un secondo momento, Zakharova ha avvertito che queste dichiarazioni non sarebbero rimaste “senza conseguenze”. La risposta russa ha incluso una serie di attacchi informatici: il gruppo di hacker filorussi “NoName057(16)” ha avviato una serie di attacchi DDoS, prendendo di mira importanti infrastrutture italiane, tra cui gli aeroporti di Linate e Malpensa, i porti di Taranto e Trieste, l’Autorità dei trasporti e l’istituto bancario Intesa San Paolo.

Nonostante l’aggressiva reazione russa, il Presidente Mattarella ha scelto di mantenere una posizione “serena”, invitando tutti a leggere il suo discorso completo per contestualizzare correttamente le sue parole. La sua linea è stata quella del silenzio, nonostante il persistente doppio affondo da parte della Russia, che ha incluso sia gli attacchi informatici che le dure dichiarazioni.

In un clima di forte tensione, la Premier Giorgia Meloni ha espresso piena solidarietà al Presidente, affermando che le offese rivolte a Mattarella rappresentano un insulto all’intera nazione italiana. Meloni ha ribadito il sostegno dell’Italia all’Ucraina e ha condannato fermamente l’aggressione russa. Tuttavia, in un contesto di compattezza tra i politici italiani, è mancata una reazione ufficiale da parte del Vice Premier Matteo Salvini. Sebbene non siano emerse dichiarazioni pubbliche in merito, le speculazioni sulla sua posizione hanno fatto emergere possibili interpretazioni sulla sua tradizionale vicinanza a posizioni più favorevoli alla Russia.

In conclusione, la vicenda ha messo in evidenza non solo la ferma opposizione del governo italiano all’aggressione russa, ma anche le tensioni politiche interne che, purtroppo, sembrano ancora sussistere su temi delicati come la geopolitica internazionale e le relazioni con Mosca. Il silenzio del Presidente e la solidarietà di parte della politica italiana confermano la fermezza delle istituzioni, ma la questione resta ancora divisiva.

 

 

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