La Romania sta vivendo una fase di forte tensione politica dopo che il candidato nazionalista Călin Georgescu è stato escluso dalle prossime elezioni presidenziali. La decisione ha innescato proteste e un acceso dibattito sulla libertà elettorale e sull’influenza esterna nelle dinamiche politiche interne.
Chi è Călin Georgescu e perché è stato squalificato?
Georgescu, un politico noto per le sue posizioni nazionaliste e il suo scetticismo nei confronti della NATO, aveva sorprendentemente vinto il primo turno delle elezioni lo scorso novembre. Tuttavia, la sua candidatura è stata messa sotto accusa per presunti legami con una campagna di interferenza russa su TikTok, che avrebbe diffuso contenuti critici verso la NATO e il sostegno occidentale all’Ucraina.
L’Ufficio Elettorale Centrale ha quindi deciso di squalificarlo, sostenendo che la sua campagna fosse stata inquinata da influenze straniere. La decisione è stata poi confermata anche per la ripetizione delle elezioni presidenziali, previste per il 4 maggio. Georgescu ha reagito duramente, definendo il provvedimento un “colpo di stato istituzionale” e annunciando un ricorso contro la decisione.
Reazioni e divisioni interne
La squalifica di Georgescu ha provocato proteste a Bucarest, con centinaia di suoi sostenitori che accusano il governo di voler manipolare le elezioni per escludere un candidato scomodo. Le autorità rumene, però, insistono sul fatto che la decisione sia stata presa per garantire la trasparenza e la sicurezza democratica del paese.
Il caso ha avuto risonanza anche all’estero: JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, ed Elon Musk hanno espresso preoccupazione per il trattamento riservato a Georgescu, accusando il governo rumeno di violare i principi democratici.
Nel frattempo, il candidato squalificato è finito anche sotto inchiesta per altri reati, tra cui il sostegno a gruppi fascisti e dichiarazioni finanziarie false, accuse che lui continua a respingere.
Prospettive per la Romania
Con le nuove elezioni all’orizzonte e un clima politico sempre più teso, la Romania si trova di fronte a una sfida cruciale: riuscire a dimostrare che il processo elettorale sia libero ed equo, senza che le tensioni sfocino in una crisi più ampia.
Inoltre, il paese si prepara a entrare pienamente nell’area Schengen a gennaio 2025 e continua a giocare un ruolo strategico nel sostegno all’Ucraina, con la recente donazione di un sistema di difesa antiaerea Patriot. Tuttavia, le fratture interne rischiano di complicare ulteriormente la sua stabilità politica.
Le prossime settimane saranno decisive: Georgescu riuscirà a far valere il suo ricorso o la Romania confermerà la sua esclusione? Il dibattito resta aperto, e l’esito potrebbe segnare profondamente il futuro politico del paese.