Secondo i dati Istat del 2023, l’Italia continua a registrare un calo dei matrimoni, con una diminuzione del 6,7% rispetto al 2022. Le unioni religiose hanno subito un calo ancora più marcato (-8,2%), riflettendo un progressivo allontanamento dalle tradizioni matrimoniali religiose. Anche separazioni e divorzi sono in diminuzione (-8,4% e -3,3%), mentre le unioni omosessuali sono in crescita (+7,3%), con il 56,1% riguardante coppie di uomini, segno di una maggiore accettazione sociale.
La distribuzione regionale dei divorzi evidenzia tassi più alti in Liguria, Sicilia e Sardegna (1,6 ogni mille abitanti), rispetto alla media nazionale di 1,4. Al contrario, regioni come Bolzano, Molise e Basilicata registrano tassi più bassi.
Un fenomeno in crescita sono le seconde nozze: nel 2023 hanno rappresentato il 24,1% di tutti i matrimoni, con 44.320 celebrazioni (+3,3% rispetto al 2022). Questo riflette una maggiore propensione a ricominciare dopo un divorzio, specialmente per coppie in cui entrambi i partner erano già sposati (+7,2%).
Il rito civile domina, rappresentando il 58,9% delle celebrazioni, con punte del 95% per le seconde nozze e del 91,2% nei matrimoni misti. Lombardia, Lazio ed Emilia-Romagna guidano questa tendenza. Inoltre, l’Italia continua ad attrarre coppie straniere per il turismo matrimoniale, con 3.337 matrimoni tra non residenti nel 2023, pari al 2% del totale.
Uno dei principali fattori che scoraggia i matrimoni è l’aumento dei costi. Nel 2023 il giro d’affari legato alle nozze ha raggiunto 4 miliardi di euro, con una spesa media di 21.700 euro a matrimonio.
Questi dati delineano un panorama in evoluzione, caratterizzato dal calo delle nozze tradizionali, dalla crescita delle unioni civili e da una maggiore diversificazione delle forme di unione, riflesso dei profondi cambiamenti sociali in atto.