Società e Consumatori

Italia vicina all’obiettivo UE del 25% di agricoltura biologica

Nel 2023, l’Italia ha registrato un incremento del 4,5% della superficie agricola utilizzata (SAU) per il biologico rispetto all’anno precedente, avvicinandosi sempre di più all’obiettivo europeo del 25%. Con l’entrata in vigore della nuova Politica Agricola Comune (PAC), il Paese ha visto un’espansione delle superfici destinate all’agricoltura biologica e un aumento degli operatori coinvolti nel settore. Questo è quanto emerge dal rapporto “Bio in cifre” dell’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (Ismea), presentato durante l’evento annuale “Appuntamento con il bio” a Bracciano.

I dati del rapporto Ismea mostrano che l’anno scorso l’Italia ha aumentato del 4,5% la superficie agricola utilizzata per il biologico rispetto al 2022. Il numero di operatori, che include produttori, trasformatori e importatori, è cresciuto dell’1,8%, un aumento inferiore rispetto al +7,7% dell’anno precedente. Attualmente, in Italia, sono dedicati al biologico 2,5 milioni di ettari di terreno, pari a quasi il 20% della superficie agricola totale del Paese. Questo dato avvicina l’Italia all’obiettivo del 25% stabilito dalla Strategia Farm to Fork dell’Unione Europea, che mira a rendere i sistemi alimentari europei più sostenibili, sani ed equi entro il 2030.

Le previsioni per il 2024 indicano una crescita ancora più significativa, sebbene non manchino gli ostacoli: la transizione alla nuova programmazione della PAC del 2023 e le varie politiche regionali, come nel caso della Provincia autonoma di Trento che ha perso oltre il 40% della SAU biologica nel 2023; l’impatto della crisi climatica, evidenziato dagli effetti devastanti in Emilia-Romagna; e l’aumento stimato da Coldiretti al 40% delle importazioni di prodotti bio dall’estero.

Il rapporto fornisce una panoramica dettagliata del settore: i seminativi rappresentano il 42,1% delle colture, seguiti da prati e pascoli (29,7%), colture permanenti (22,8%) e ortaggi (2,5%). La crescita ha riguardato soprattutto prati, pascoli, colture industriali e foraggere, mentre le colture proteiche e cerealicole sono diminuite. Le orticole sono cresciute più lentamente e le coltivazioni permanenti sono rimaste stabili, nonostante i cali di viti, agrumi e frutta fresca, compensati dall’aumento di ulivi e frutta in guscio. L’aumento dei costi di produzione nel 2023 ha reso il contesto ancora più complesso, aumentando la dipendenza del settore dai sussidi pubblici. Inoltre, eventi climatici avversi hanno colpito diverse regioni del Paese, rendendo le operazioni agricole più costose e difficili da gestire, soprattutto per le aziende biologiche.

“L’Italia del biologico continua a crescere, sia per superfici sia per numero di operatori”, ha dichiarato il sottosegretario all’Agricoltura, sovranità alimentare e foreste, Luigi D’Eramo. “Un trend positivo che potrà ulteriormente migliorare grazie alle numerose misure messe in campo in questi mesi: dall’approvazione del Piano d’azione nazionale per la produzione biologica ai provvedimenti a sostegno dei biodistretti e delle filiere bio. Puntiamo ora a realizzare quanto prima il Marchio del biologico italiano: unito a una corretta informazione e comunicazione potrà sostenere un rilancio dei consumi interni e la crescita sui mercati esteri, per continuare così anche in futuro a essere leader nel settore”.

Christian Palmieri

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