Gli anfiteatri Campani rappresentano una parte significativa del patrimonio storico e archeologico della regione Campania, posta a sud-ovest dell’Italia. L’area Campana, ricca di siti archeologici che testimoniano la presenza romana e le sue influenze culturali, ospita l’Anfiteatro Capuano, oggi noto come l’Anfiteatro Campano, per importanza e dimensioni secondo solo al Colosseo di Roma per il quale funse verosimilmente da modello. Ubicato nell’antica città romana di Capua, “Capua Vetere” o “Capua Vecchia” oggi l’odierna Santa Maria Capua Vetere, fu edificato tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C., in sostituzione dell’arena meno capiente e successivamente restaurato e decorato dall’Imperatore Adriano. Originariamente adibito a grandiose esibizioni, combattimenti tra gladiatori e altre forme di intrattenimento per la popolazione dell’epoca, capace di accogliere oltre 40.000 spettatori, disponeva di 4 piani dell’altezza complessiva di 46 metri tutti di ordine tuscanico e misurava, a livello dell’arena, c.ca 170 metri sull’asse maggiore e c.ca 140 metri su quello minore.
Le rovine dell’imponente edificio, permettono ancora oggi di apprezzare la maestosità architettonica dell’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere; con la sua arena centrale e i gradoni che si alzano verso l’alto, evoca un senso di grandiosità e magnificenza. Le pietre stesse del monte Tifata, utilizzate per la costruzione degli archi del portico, raccontano storie passate di intraprendenza e coraggio, come la più conosciuta di esse, quella di Spartaco. Il più importante nella storia dei gladiatori, uomo valoroso e coraggioso, che proprio nell’antica Capua, tra il 73 e il 71 a.C. guidò la più grande ribellione di schiavi e diseredati che la storia ricorda. Divenuto leggenda perché decise di ribellarsi al suo destino di schiavo osando sfidare la grande potenza di Roma. L’arena gremita di spettatori, tutti uniti nello spirito dell’intrattenimento, testimoni di numerosi spettacoli, da sempre avvolti da un manto di inaudita ferocia e spettacolarità che appagavano folle acclamanti. “Giochi”, lotte all’ultimo sangue tra imponenti e abili combattenti i gladiatori. Tra le polverose sabbie di queste platee, questi “giochi” dalla macabra fascinazione, rappresentanti le consuetudini della società romana dell’epoca, vedevano consumarsi combattimenti tra uomini e tra uomini e feroci predatori quali orsi, leoni e tigri; duelli per i quali l’incitazione fragorosa del popolo faceva vibrare l’intera struttura fino ai suoi sotterranei corridoi.
Oltre a rappresentare luogo di intrattenimento, l’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere funge da testimonianza storica di un’epoca passata. Rivela non solo le pratiche dell’antica Roma, ma offre una finestra sulla vita e sulla cultura di quel periodo. Gli spettacoli e le lotte tra gladiatori tenuti all’interno di questo anfiteatro riflettono le tradizioni e le credenze della società romana, permettendo a noi oggi, di comprendere meglio la vita quotidiana e le abitudini culturali di quel tempo.
L’anfiteatro e la città di Santa Maria Capua Vetere oggi, attraggono turisti, archeologi e appassionati di storia da tutto il mondo, portando l’antica grandezza della Roma imperiale alla luce del giorno. Le antiche rovine dell’anfiteatro parlano di un’epoca di gloria, ma anche di lotte, rivolte e intrighi che hanno plasmato negli anni la storia dell’umanità.
Parte consistente delle sue pietre furono utilizzate dai capuani in epoca normanna per erigere il Castello delle Pietre della città di Capua e dopo la caduta dell’Impero romano, l’anfiteatro fu distrutto dai Vandali di Genserico finendo per essere depredato e utilizzato come cava di marmo e di materiali nella costruzione del Duomo, del Campanile e di altri palazzi dell’attuale Capua. Le odierne rovine dell’anfiteatro campano racchiudono in esse un’importanza straordinaria, fungendo da testimonianza visiva dell’antica Roma e svolgendo un ruolo significativo nell’educazione e nell’arricchimento culturale. Attraverso l’arena, l’intreccio dei corridoi sotterranei, le gigantesche gradinate, i visitatori possono immergersi nell’atmosfera dell’antica vita romana, riscoprendo una parte importante del patrimonio storico e culturale dell’umanità.
La piazza lastricata circondata da pilastri, i tre piani inferiori di 80 arcate, ciascuna di travertino, l’ingresso segnato dal pilastro riportante la raffigurazione di Ercole, il pavimento in cotto, la presenza di busti di divinità affacciati dalle chiavi di volta del portico e ogni pietra, gradone e frammento oggi rimasto, raccontano storie antiche che affascinano e catturano l’immaginazione, offrendo di affacciarsi su un passato glorioso e ricco di tradizioni. Un monumento che continua a brillare nel suo ruolo di guardiano della storia e della cultura, trasmettendo un’eredità inestimabile alle generazioni presenti e future.
Riguardo al legame tra l’Anfiteatro di Capua e alcuni eventi storici significativi, la storia narra, che fu proprio nei pressi dell’anfiteatro dell’antica Capua che Spartaco di Tracia al comando di 78 uomini, guidò la rivolta degli schiavi contro Roma nel 73-71 a.C. Spartaco fu alla fine accerchiato e sconfitto, dalle forze romane guidate dal console Crasso, in una battaglia che fu epica.
Questo collegamento storico aggiunge un aspetto di drammaticità alla storia di questo luogo dove si svolsero eventi così significativi nella lotta tra schiavitù e libertà, tra la ribellione di Spartaco, piccolo, indomabile e veloce, contro una Roma grande potente e lenta.
Altro aspetto suggestivo e interessante, anche se meno conosciuto riguardante l’anfiteatro dell’antica Capua è legato all’utilizzo e alla trasformazione successiva della struttura nel corso dei secoli. Dopo il periodo romano, l’anfiteatro fu trasformato in una fortezza per i principi longobardi di Capua, usato come rifugio e protezione contro le invasioni e le incursioni. Le sue solide mura e la struttura massiccia lo resero un sito attraente per la difesa.
Questo cambio di utilizzo, da luogo di intrattenimento a fortezza difensiva, rappresenta un notevole adattamento della struttura per rispondere alle esigenze dell’epoca medievale. Le pietre dell’Anfiteatro dell’antica Capua, che una volta risonavano di voci di spettatori e gladiatori, divennero mura difensive, simboli di un’epoca di tumulto e cambiamento in cui il mondo antico si scontrò con il Medioevo. Questa trasformazione, testimonia la versatilità dell’architettura antica e la capacità di adeguamento a nuovi scopi nel corso dei secoli.
L’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere, come molti siti storici di antiche civiltà, evoca riflessioni che variano da individuo a individuo. Le imponenti rovine suscitano Meraviglia e Ammirazione per l’abilità e la grandezza dell’architettura dell’antica Roma, facendo sorgere un senso di rispetto per le competenze ingegneristiche dell’epoca; Il contesto e il Fascino Storico dell’arena, quale palcoscenico per giochi gladiatorii e battaglie, stimola curiosità e interesse verso la vita e le pratiche dell’antica Roma; Alcune parti della storia dell’anfiteatro, come la sua trasformazione in fortezza, suscitano un senso di Intrigo e Mistero riguardo all’utilizzo versatile della struttura e alle vite di coloro che vi hanno avuto a che fare; La consapevolezza della storia genera un senso di Rispetto per le generazioni passate, per le loro conquiste e per il loro impatto sulla nostra comprensione attuale del mondo; La Connessione con l’Antichità, consente, l’identificazione con la storia e la cultura, attraverso il tempo.
Sebbene una parte della struttura sia andata perduta nel corso dei secoli, le rovine dell’Anfiteatro di Santa Maria Capua Vetere sono oggi un sito archeologico aperto al pubblico che merita di essere visitato e apprezzato nel quale i visitatori possono esplorare e immaginare l’antico splendore di un’epoca lontana.
Christian Palmieri
Bibliografia
Spartaco: la ribellione degli schiavi, a cura di M. Dogliani, Baldini & Castoldi, Milano, 1997.
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