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Visit Italy, Esplora l’Italia come un local

Intervista a Ruben Santopietro (CEO Visit Italy)

Visit Italy. Esplora l’Italia come un local. Prima di parlare del progetto, vorremmo conoscere la persona, il local, che lo ha ideato. Cosa nella tua esperienza ti ha ispirato e quali sono stati i primi passi per renderlo realtà?

Visit Italy nasce da una visione: il turismo deve essere una forza positiva, non solo per chi viaggia, ma soprattutto per le comunità che accolgono. Credo profondamente che viaggiare significhi creare connessioni, scoprire le storie delle persone e restituire valore ai luoghi che ci ospitano.

Ho sempre sentito il legame con questa missione. Mi sono laureato in marketing turistico e ho scelto di specializzarmi nel marketing territoriale, non per caso, ma perché sentivo dentro di me che questa era la mia strada. E così, dal 2016 ad oggi, quella che era una semplice idea, in otto anni è diventata il primo canale indipendente di promozione dell’Italia nel mondo.

Credo che nulla di questo sarebbe stato possibile senza le persone. In Visit Italy c’è un team straordinario, composto da talenti provenienti da tutta Italia, che ogni giorno condividono questa visione. È incredibile vedere come una semplice intuizione si sia trasformata in un’azienda in forte crescita, alimentata dall’entusiasmo e dalla passione di chi ci lavora.

Sentiamo parlare ogni giorno di marketing, però sappiamo poco sul “marketing territoriale”. Cosa significa per lei “marketing territoriale” e come lo ha applicato al progetto Visit Italy?

Il Marketing Territoriale è l’arte invisibile di trasformare luoghi in emozioni. Non sono necessariamente i luoghi più belli a lasciare un segno, ma quelli che riescono a creare un’esperienza emotiva che resta nel cuore del viaggiatore per tutto il viaggio, e oltre. La vera magia sta nel raccontare queste emozioni, nel dare vita a quella sensazione unica che si prova di fronte a un tramonto sulle Dolomiti o assaporando una cena in una piazza toscana.

Ma queste emozioni non nascono per caso. Ogni storia di successo nasce da un lavoro strutturato, da una strategia precisa. In Visit Italy abbiamo sviluppato un metodo strategico basato su quattro pilastri, che ci consente di trasformare questa visione in risultati tangibili. Collaboriamo con destinazioni come Courmayeur, Tropea, la Sardegna, le Marche, Arezzo e anche piccoli gioielli come Coggiola in Piemonte. Ogni luogo custodisce un’anima unica, e il nostro obiettivo è svelarla, valorizzarla e farla vibrare nel cuore di chi la scopre.

Quali sono le principali sfide che ha incontrato nel creare una piattaforma indipendente così grande e come le ha superate?

Costruire una piattaforma come Visit Italy è stato un viaggio ricco di sfide, ma anche di grandi soddisfazioni. All’inizio, farci spazio in un settore competitivo come quello del turismo non è stato semplice. Volevamo rimanere indipendenti, autentici, senza cedere a logiche commerciali o politiche che avrebbero potuto compromettere la nostra visione.

La chiave è stata il lavoro di squadra. Ogni sfida, dalle risorse limitate all’espansione internazionale, è stata affrontata con creatività e con il contributo di persone straordinarie. Oggi la nostra community conta oltre 3,2 milioni di follower, e questo risultato non è solo mio, ma di un team che condivide lo stesso sogno: raccontare l’Italia al mondo con passione e rispetto.

Recentemente c’è stato il G7 Turismo, il primo Summit su questo tema, che ha parlato molto di tecnologie digitali come vettore fondamentale per il futuro del turismo. Come vede l’evoluzione del turismo digitale nei prossimi anni e quale sarà il ruolo di Visit Italy?

Il turismo digitale non è più il futuro, è il presente. Tecnologie come l’intelligenza artificiale stanno trasformando il modo in cui viaggiamo, rendendo più semplice ottenere informazioni, pianificare itinerari e scoprire esperienze autentiche. Ma c’è una riflessione che sento di condividere: la tecnologia, per quanto avanzata, è uno strumento. Sono i contenuti, le storie e l’autenticità delle destinazioni a fare davvero la differenza.

In Visit Italy, vediamo l’intelligenza artificiale come una leva per migliorare il viaggio, ma non come una sostituzione dell’esperienza umana. Crediamo che la narrazione, costruita con cura e passione, sia il cuore del turismo. Per questo, aiutiamo le destinazioni italiane a raccontarsi in modo unico, creando una presenza digitale che non solo informi, ma ispiri. Il futuro digitale del turismo è già qui, e il nostro obiettivo è garantire che l’Italia resti protagonista, senza mai perdere la sua anima.

Quali sono i contenuti più apprezzati dalla vostra community e come li selezionate?

I contenuti che conquistano di più la nostra community sono quelli che mettono al centro l’incontro umano. L’anima del viaggio, dopotutto, è fatta di persone: i volti di chi accoglie, le storie che si intrecciano lungo il cammino, le esperienze che creano connessioni autentiche.

Quando selezioniamo i contenuti, ci chiediamo sempre: “Questo racconto riesce a trasmettere un’emozione, un incontro, un legame?” È questo che guida le nostre scelte. Collaboriamo con creatori locali e analizziamo i feedback della community per essere sicuri di condividere storie che non solo informano, ma ispirano. Il nostro obiettivo non è solo mostrare l’Italia, ma farla vivere attraverso gli occhi e i cuori delle persone che la rendono unica.

Quanto è importante il ruolo delle collaborazioni con enti locali o aziende per Visit Italy?

Le collaborazioni sono fondamentali per Visit Italy, perché ci permettono di rispondere alla curiosità inesauribile della nostra community, sempre pronta a scoprire le esperienze più autentiche e coinvolgenti che l’Italia ha da offrire. Che si tratti di esplorare un piccolo borgo come Corinaldo, vivere l’emozione di un’attrazione unica come Skyway Monte Bianco, o scoprire le storie che si celano dietro brand iconici come Ferragamo, Barilla o Parmigiano Reggiano, il filo conduttore è sempre l’italianità.

Dalle destinazioni più grandi, come la Valle d’Aosta, fino a piccole isole come Capri e alle eccellenze del Made in Italy, collaboriamo per dare vita a narrazioni autentiche. Ogni luogo e ogni prodotto racchiudono una storia, e il nostro impegno è quello di portare queste storie al pubblico globale, ispirando i viaggiatori a vivere il meglio che il nostro Paese può offrire.

L’italianità si manifesta ovunque: nei territori, nei sapori, nelle persone. Ed è questa connessione profonda che ci permette di promuovere un’Italia capace di emozionare, trasformando ogni viaggio in un ricordo indelebile.

Qual è l’aspetto dell’Italia che sente di aver contribuito a valorizzare maggiormente attraverso Visit Italy?

Se c’è una cosa che mi rende orgoglioso è aver dato voce a quelle realtà meno conosciute, ma incredibilmente autentiche. Abbiamo mostrato che l’Italia non è solo grandi città o attrazioni famose, ma è fatta di borghi, tradizioni e storie che meritano di essere scoperte.

Abbiamo contribuito a far capire che la bellezza dell’Italia non è solo visiva, ma è un’esperienza totale: il calore delle persone, i sapori, le storie. E il nostro successo sta nell’aver ispirato milioni di persone a scoprire questa bellezza nascosta.

Lei esplora attivamente l’Italia in moto: quali sono stati i viaggi o le esperienze più memorabili e in che modo il suo stile di vita attivo influenza la sua visione imprenditoriale?

Viaggiare in moto è uno dei modi più autentici e intensi per vivere un luogo. Ti permette di percepire ogni sfumatura: l’odore dei campi appena tagliati, il vento che ti accompagna lungo le coste, il silenzio delle strade di montagna. Ricordo con emozione i panorami mozzafiato della Costiera Amalfitana e le strade sterrate che mi hanno portato in borghi che sembravano usciti da un’altra epoca.

Ma, diciamolo, non è sempre rose e fiori. Qualche mese fa, durante uno dei miei giri, sono finito un po’ “lungo” e ho avuto un incidente che mi ha costretto a operarmi la spalla. Ora vivo questa passione con un rapporto di amore e odio: amore per le emozioni che mi regala e odio per i dolori e le sessioni di riabilitazione.

Questa connessione con i luoghi che attraverso influisce profondamente anche sulla mia visione imprenditoriale. In moto impari che ogni destinazione ha un suo ritmo, una sua anima, e per raccontarla devi viverla davvero. È lo stesso approccio usiamo in Visit Italy: autentico, diretto, e sempre con lo sguardo rivolto a ciò che rende unico ogni luogo.

Visit Italy è molto apprezzata anche da un pubblico internazionale. Come riuscite a promuovere il nostro Paese a livello globale?

Raccontiamo l’Italia come un local, ma con una visione globale. Ogni contenuto è pensato per chi sogna di scoprire l’Italia, ovunque si trovi nel mondo. Utilizziamo le lingue dei nostri viaggiatori, ma soprattutto parliamo il linguaggio universale delle emozioni.

La chiave del nostro successo globale è stata costruire un dialogo autentico con il pubblico internazionale, mostrando un’Italia vera, fatta di esperienze uniche, storie e persone che non si trovano sulle guide turistiche.

Qual è, secondo lei, il segreto per mantenere un equilibrio tra autenticità e modernità nella promozione territoriale?

Il segreto sta nel rispetto. Rispetto per i luoghi, per le persone, per le storie che raccontiamo. L’autenticità non si può forzare, ma solo valorizzare, trovando il giusto equilibrio con le tecnologie e i linguaggi moderni.

Per noi di Visit Italy, ogni destinazione ha un’identità che va protetta e raccontata con cura. Solo così è possibile creare esperienze che siano allo stesso tempo innovative e fedeli all’essenza del territorio.

Intervista realizzata da Christian Palmieri per Kreanews

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