È da un vecchio pontile dove parte questo meraviglioso viaggio!
Siamo ad inizio giugno, è sabato io e mia moglie ci troviamo sul piccolo pontile adiacente la spiaggia di Miramare e Castello. Siamo a Ischia, sul pontile un uomo brizzolato che ci invita gentilmente ad attendere l’arrivo del barchino che ci condurrà a destinazione.
Trascorso qualche minuto arriva un giovane a bordo di una piccola imbarcazione, si affianca al pontile e premurosamente capovolge i piccoli cuscini che si erano leggermente bagnati durante il percorso per evitare che ci bagnassimo i vestiti. Entrambi ci porgono la mano per aiutarci a salire. Ci accomodiamo e inizia il nostro breve viaggio. Ci guardiamo intorno perché tutto è molto suggestivo, io mi giro rivolgendo lo sguardo a prua, amo il mare, e amo sentire la brezza marina accarezzarmi il viso. Dinanzi a noi il maestoso Castello Aragonese che è lì, pronto a raccontarti la sua storia, dai momenti belli come i fasti del matrimonio di Vittoria Colonna a quelli brutti, come il bombardamento inglese del 1908. È un’atmosfera fuori dal tempo che conserva gelosamente secoli di storia. Siamo giunti nei pressi del Ponte Aragonese che attraversiamo tramite un piccolo sottopassaggio potendo continuare il nostro breve viaggio via mare. Che belle sensazioni! Da lontano scorgiamo una struttura illuminata con tante luci, sono luci calde, riescono a valorizzare ancora di più l’intera Baia di Cartaromana, dove la struttura è perfettamente inserita nella natura.
Ci avviciniamo costeggiando lo scoglio di S. Anna e il barchino si adagia lungo la passerella in legno che conduce alla struttura. A darci il benvenuto troviamo un giovane dall’aria elegante che ci mostra il percorso. Tengo per mano mia moglie, mi fermo e mi guardo intorno, il nostro accompagnatore si ferma per attenderci, ci guarda con aria rispettosa e perplessa. Io continuo a guardarmi intorno, è la prima volta che visito quel posto, eppure sto vivendo una gradevole sensazione, sto respirando “una piacevole aria di casa”.
Saliamo le scalette che conducono all’interno del locale e a darci il benvenuto c’è il maître, ci accoglie con ospitalità e gentilezza, cordialità e calore che ci mettono subito a nostro agio.
La serata continua, il cibo è cucinato divinamente, tutto sta andato per il meglio. Siamo arrivati al dolce, stiamo gradendo molto, il mio è un buonissimo tiramisù, mia moglie invece ha scelto la millefoglie con gelato alla nocciola.
Sono curioso, dico al maître che si era avvicinato al nostro tavolo per assicurarsi che il dolce fosse di nostro gradimento; gli chiedo di narrarci in breve la storia di questo posto. Mi dice subito che tutto è partito dai sogni di un Signore ormai ottantottenne, Il Sig. Ugo e dalla sua capacità di trasferire quel sogno nel cuore di sua figlia Nadia. Mi piacerebbe conoscerlo gli dico. Ho sempre apprezzato queste realtà, perché anche io ho sempre creduto nei sogni, proprio in quei sogni che mi hanno portato qui, quelli che hanno spinto un giovane ragazzo di provincia a partire per ricercarne la loro realizzazione, anche se, partendo, con sé portava solo una valigia, piena di quei sogni.
Era tarda sera, il Sig. Ugo sta riposando ma prima di andare via abbiamo il piacere di conoscere il Sig. Umberto Regine, gli chiedo con insistenza di sedersi con noi e lui con estrema riservatezza accoglie il mio invito. Si presenta dicendoci “io sono il fortunatissimo marito di Nadia, figlia del Sig. Ugo e Hildegard Germani”. Le persone che restano umili le ho sempre apprezzate ma da subito mi è stato chiaro quale fosse il suo ruolo. Parliamo qualche minuto e le mie riflessioni trovano conferma, una realtà così curata nei particolari aveva necessariamente alle spalle un duro lavoro di chi quella realtà l’amava. La percepisci la differenza quando un’attività la fai con il cuore e al Giardino Eden di cuore ne vedi tanto. Si scorgeva dalle sue parole, dal modo come le pronunciava Umberto quelle parole, che lo faceva con il cuore il suo lavoro.
Ci salutammo calorosamente e prima di andare via gli dissi che sarebbe stato per me un enorme piacere raccontare la loro storia e quella di quell’anziano Signore e di sua moglie, il Sig. Ugo e la Sig.ra Hildegard, audaci fondatori di quel paradiso.
Oggi siamo qui, siamo ritornati nella struttura e con noi c’è la Signora Nadia che ci racconterà la sua esperienza, la loro storia e di come fanno del loro lavoro una passione o della loro passione un lavoro, decidete voi lettori quella delle due che preferite.
Come nasce il progetto del Giardino Eden?
Nadia: Il Giardino Eden nasce da un’idea di mio padre e mia madre, che negli anni ’60 hanno individuato questo angolo di paradiso nella Baia di Cartaromana e ne hanno intuito le enormi potenzialità. Nel 1968 hanno deciso di fermarsi qui e creare un luogo dove offrire momenti indimenticabili di ospitalità e buona cucina.
Quali ricordi della tua infanzia conservi che hanno influito sulla scelta di continuare il percorso dei tuoi genitori?
Nadia: I miei ricordi di un’infanzia felice si intrecciano con quelli vissuti dai numerosi ospiti che sono passati di qui. Atmosfere ormai lontane, ma che conservano un fascino così potente da infondere un carico emotivo forte. Questo luogo ha impresso in me un senso di appartenenza e mi ha ispirato a raccogliere il testimone per contribuire a creare nuove impronte.
Ci sono delle tradizioni che conservi nel tuo cuore che contribuiscono concretamente a rendere questo posto magico?
Nadia: Una tradizione che abbiamo mantenuto nel corso degli anni è quella di celebrare ogni 26 luglio la festa di S. Anna. Solitamente chiudevamo il locale per il servizio serale, ad eccezione di quella serata speciale, in cui organizzavamo una cena con vista sui fuochi pirotecnici e il finto incendio del Castello. Era un modo per coinvolgere i nostri ospiti in un momento di festa e rendere omaggio alle tradizioni locali.
Su quali valori professionali ed etici tu e tuo marito avete principalmente investito le vostre energie?
Nadia: Sia io che i miei soci, Umberto e Gaetano Regine, teniamo molto a rispettare l’impronta data a questo posto dai miei genitori: l’atmosfera mediterranea e il perfetto inserimento nell’ambiente circostante. Cerchiamo di attuare ogni ristrutturazione senza stravolgere l’architettura originale della struttura. Inoltre, il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema è fondamentale per noi. Abbiamo rinunciato a servire piatti a base di ricci di mare per preservare questa specie a rischio di estinzione.
Oggi sono felici il signor Ugo e la signora Hildegard nel vedere come avete continuato il percorso da loro iniziato?
Nadia: Negli occhi dei miei genitori vedo segnali di approvazione, e credo che siano felici soprattutto perché vedono coinvolti nella gestione del Giardino Eden anche i nipoti, oggi fattivamente impegnati in tutte le fasi del progetto. È un privilegio concesso a pochi e di questo i nonni vanno molto fieri e orgogliosi.
Quali personaggi famosi avete avuto l’onore di ospitare nel corso degli anni?
Nadia: Abbiamo avuto il privilegio di accogliere numerosi personaggi famosi nel corso degli anni. Tra di loro possiamo ricordare Billy Wilder e Jack Lemmon, Onassis con Jackie Bouvier, parte della famiglia Agnelli, Luigi Comencini con la sua famiglia, Maradona, Val Kilmer, Tognazzi, Sting, Carolina di Monaco, Danny De Vito, Lenny Kravitz, Channing Tatum, Zoe Kravitz, LeBron James, Rami Malek, Oliver Stone, Antonio Banderas, Lily Collins, Eva Longoria, Kate Moss, Michael Kors, Tommy Hilfiger, Jeff Goldblum, Sophie Turner e Joe Jonas, Joe Keery, solo per citarne alcuni.
Ci puoi raccontare qualche episodio o aneddoto legato a uno di questi ospiti?
Nadia: Certamente! Posso raccontarti del “rito di accoglienza” che mio padre metteva in atto per la Principessa Mimosa Parodi Delfino. Quando scendeva dallo yacht ancorato in baia, si dirigeva nuotando verso di noi appoggiata su un materassino, accompagnata dal maggiordomo che reggeva un ombrellino per proteggerla dal sole e spingeva il materassino sul quale poggiava il cagnolino della principessa. Una volta arrivata al molo, mio padre l’aiutava a scendere, la salutava con un baciamano e, prendendola sottobraccio, l’accompagnava al tavolo. Era solita ordinare solo una fetta di anguria, lasciando una mancia generosa di 50.000 lire.
Il Giardino Eden si è trasformato in una dimora accogliente per celebrità provenienti da tutto il mondo, che hanno trovato in questo luogo un rifugio esclusivo in cui immergersi nella bellezza di Ischia e vivere esperienze uniche.
Ci sono dei progetti in programma che puoi condividere con i lettori?
Nadia: Stiamo lavorando a un bellissimo progetto che, al momento, è ancora in fase embrionale. Riguarda nuove proposte per gli ospiti, ma preferisco non svelare ulteriori dettagli al momento. Invito tutti a seguirci per restare aggiornati sulle novità che il futuro ci riserva.
Il Giardino Eden è veramente un luogo che tocca i sensi e l’anima, in cui il mare, la storia e la cucina si fondono per creare un’esperienza indimenticabile. Attraverso il passato, il presente e i progetti futuri, il Giardino Eden continua a essere un’oasi di ospitalità, etica e passione. È un viaggio dei sensi che ci connette con la bellezza di Ischia e ci fa sognare ad occhi aperti.
Christian Palmieri